Il primo secolo di Ermenegildo Zegna il biellese diventato re dei tessuti

«Di regola non amo i memoriali moderni. Sono generalmente scritti da gente che o ha perso la memoria, o non ha mai fatto nulla che valga la pena di ricordare» sentenziava Oscar Wilde. I grandi protagonisti del mondo della moda sentono invece il bisogno di ricordare perché senza la consapevolezza della propria storia non si può immaginare il futuro. Per questo gli Zegna, Gildo, Paolo e Anna che oggi sono alla testa dell’impero di famiglia, celebrano il centenario di un’azienda che rende orgogliosa l’Italia nel mondo. «I festeggiamenti sono iniziati l’11 maggio a Trivero: il giorno in cui il nonno Ermenegildo firmava l’atto costitutivo della società. Lo abbiamo evocato in collegamento via satellite con i nostri settemila dipendenti nel mondo», raccontava l’altro ieri l’amministratore delegato Gildo.
Il nonno che era partito per produrre il più bel tessuto del mondo non si era fermato a questo primato ma aveva costruito un gioiello naturalistico che ancora oggi affascina i visitatori, l’Oasi Zegna. A quei tempi pensarono a un’impresa folle: oggi il pioniere del made in Italy è uno dei biellesi più amati. Lo dimostra il volume, 498 pagine, edito da Skira e curato da Anna Zegna in sei anni di appassionato lavoro. «Mettere le mani nel nostro archivio mi ha dato la stessa emozione di quando andavo in soffitta con la nonna» racconta sottolineando come attraverso la storia dell’azienda tuttora saldamente in mano alla famiglia con un fatturato di 797 milioni di euro, si scriva anche quella di un’Italia che sa farsi valere in tutto il mondo. Il libro, illustrato con foto di Mimmo Jodice e Mattias Klum e arricchito da un intervento di Michelangelo Pistoletto sarà infatti tradotto in diverse lingue compreso il cinese e distribuito in tutto il mondo. Poi ci sarà la mostra «Ermenegildo Zegna. Dal tessuto alla fabbrica dello stile» con filmati, immagini tratte dal libro e capi allestiti alla Triennale di Milano dove, in occasione delle sfilate uomo, si svolgerà, il 21 giugno, anche il défilé delle collezioni Ermenegildo Zegna e Z Zegna. Intanto, l’altra sera nel flagshipstore di via Montenapoleone, è stato lanciato il Centennial Watch: un bellissimo orologio in oro rosa creato in esclusiva con Girard-Perregaux, costo circa 21mila euro. E alle nuove generazioni? Gli Zegna lasciano due compiti: valutare se lanciarsi nel difficile settore della moda femminile e considerare l’ingresso in borsa.
E sulla necessità di trasmettere ai posteri valori etici oltre che estetici puntano alcune imperdibili iniziative. «Lasciate che i giovani sappiano» sembra dire infatti anche il grande Valentino che durante la settimana della haute couture parigina, in calendario dal 5 all’8 luglio, inaugurerà un museo nel suo sontuoso castello di Videville. Non un museo pomposo, confida agli amici «The last Emperor», ma un luogo aperto a chi desidera conoscere le dinamiche del processo creativo. Intanto nella capitale francese fino al 31 ottobre al museo de Les Arts Décoratifs al Louvre si ricorda attraverso gli abiti più significativi, la scoppiettante creatività degli stilisti negli anni Settanta e Ottanta. Da Saint Laurent a Yamamoto, da Marc Audibet a Romeo Gigli, da Jean Paul Gaultier a Lagerfeld.

E a Grenville, nel museo Dior, vanno in scena fino al 26 settembre 50 incredibili abiti da ballo del grande couturier, un tributo al suo amore per la sontuosità esibita per esempio nel celebre Ballo dato da Charles de Beistegui a palazzo Labia nel 1951 a Venezia.

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