Federica Pelosi
«Diversamente» è la parola su cui dovremmo soffermarci ogni tanto. Perché non è vero che i portatori di handicap non possano fare più certe attività o praticare certi sport. Possono eccome, solo in maniera differente.
Non disabili dunque, ma «diversamente» abili, secondo una definizione che va tanto di moda adesso ma che è assolutamente azzeccata.
Provate un po' ad andare al Tennis Club di Garlenda, dove è nata la prima scuola di tennis per persone diversamente abili della Liguria, e ve ne renderete subito conto.
Una scuola nata formalmente a maggio, ma che solo ieri ha inaugurato ufficialmente le sue attività con l'arrivo di atleti da tutta Italia e dalla Francia che si sono esibiti sulle loro carrozzelle ultratecnologiche.
«Per ora sono io l'unico allievo - dice sorridendo Daniele Gagliolo che, nonostante l'incidente di qualche anno fa, non ha voluto rinunciare alla sua passione di sempre -.
Le regole di questo tipo di tennis? Uguali identiche a quelle consuete, fatta eccezione per la concessione di un rimbalzo in più!».
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