Il principe Ruspoli lancia da Roma la sfida contadina

Parte da Roma il programma dell’Italia contadina per contrastare lo sradicamento territoriale e culturale. Alla testa dei movimenti degli agricoltori, come indipendente, il principe Sforza Ruspoli che, nel corso di una conferenza stampa, ha annunciato per il 3 settembre a Bari un grande raduno di tutte le categorie, promosso dai Centri di Azione Agraria, con l’obiettivo «di dettare al Governo il programma di rilancio del Mezzogiorno» perché «il nostro Sud è già Africa».
All’incontro costituente del nuovo movimento meridionalista hanno partecipato rappresentanti dei movimenti federalisti, associazioni localistiche e di categoria. Obiettivo della riunione, che in contemporanea ha visto a Catania la prima assemblea costituente del nuovo movimento federalista di Claudio Lombardo, è la formulazione di proposte e programmi comuni per lo sviluppo del Mezzogiorno. Tra i presenti a palazzo Ruspoli, Enzo Maiorana, rappresentanti dei «Centri d’azione agraria», di «Nuova Sicilia», «Noi Meridionali», «Vento del Sud», «Alleanza Federalista».
«Non siamo contro Roma intesa come città - ha esordito Ruspoli - ma contro l’attitudine dei governi di centrodestra e centrosinistra che, per motivi elettorali, rinviano questioni urgenti alla base del disagio tra larga parte della popolazione italiana». Tra gli esempi citati dal principe «i tribunali che rinviano le udienze al 2010», ma anche gli ospedali romani. «Nella Capitale per fare un esame di risonanza magnetica - ha aggiunto Ruspoli - bisogna aspettare 6 mesi. È un ulteriore tassello di un sistema che non funziona».
Per Ruspoli «bisogna ripartire dai valori di identità, terra e autonomie, che sono alla base del neonato movimento meridionalista». Dunque una sorta di Lega Sud? «Non proprio - risponde Ruspoli, facendo una pausa prima di argomentare - Diciamo che con la Lega Nord abbiamo delle affinità, ma i problemi che affrontiamo sono molto diversi». Dalla proposta di esentare dalle tasse gli agricoltori del sud per un decennio affinché non abbandonino le campagne, a quella dell’autosufficienza alimentare per ogni popolazione, «alla base del movimento - dice Ruspoli - c’è la presa di coscienza della necessità di considerare agricoltura, turismo e sviluppo di piccola e media industria come le priorità della nostra azione, contro una politica basata sui grandi monopoli e su un gigantismo industriale che limita lo sviluppo di aziende che non riescono a produrre in maniera competitiva a causa dell’invasione dei colossi multinazionali».
In particolare, secondo il principe, l’agricoltura e l’agroalimentare devono tornare a essere «l’asse portante del nostro Mezzogiorno» sottraendole «al libero mercato per un motivo strategico, culturale, economico e sociale». Ruspoli ha quindi sottolineato come «il momento storico esiga l’impegno di ciascuno per evitare, o quantomeno arrestare, una catastrofe planetaria». In tal senso ha ricordato come quasi metà della popolazione (2,5 miliardi secondo dati Fao) sia costituita da contadini.

«Eppure - ha detto - 800 milioni di essere umani sono malnutriti (il 75% di questi è rappresentato da contadini) e ogni giorno 25mila muoiono di fame», mentre all’anno i morti sono circa 9 milioni. Di fronte a questi dati «dobbiamo sentirci tutti responsabili e per questo - ha affermato - chiediamo un Europa consapevole dei doveri che ha nei confronti dei suoi poveri e di quelli del Terzo mondo».

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