nostro inviato a Rimini
Processo breve, legittimo impedimento, lodo Alfano bis, immunità. Sono i temi «caldi» che al Salone della Giustizia di Rimini rimbalzano da un convegno allaltro, da una tavola rotonda politica ad un seminario di tecnici del diritto, in una Fiera trasformata in aula parlamentare in un padiglione, in braccio penitenziario nellaltro, in aula di giustizia in un altro ancora. Ed è qui che si vedono prove di un dialogo difficile tra le parti politiche. «Il processo breve - dice il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo - lha proposto il Pd nella tredicesima e quattordicesima legislatura, a firma Fassone, Finocchiaro, Calvi, Casson, perché è una regola di garanzia. Ma oggi ognuno gioca la sua parte. Il Pdl è daccordo sul fatto che vada modificato il testo iniziale, ma bisogna migliorarlo insieme». Ricorda i 220 mila processi prescritti ogni anno, per dimostrare che limpatto delle nuove norme non sarà poi così negativo: «Si parla tanto di quelli di Berlusconi, ma con i tempi attuali non arriveranno mai in Cassazione senza cadere sotto la prescrizione».
Lanfranco Tenaglia, già ministro ombra della Giustizia Pd, ribatte che le proposte del suo partito sulla prescrizione erano diverse da quelle del centrodestra: «Questo ddl non ha nulla a che fare con la ragionevole durata dei processi. Si dice che il treno deve arrivare in un terzo del tempo da una città allaltra, ma senza alta velocità e mantenendo la vecchia linea. La proposta è da eliminare per il Pd, che vuole una riforma nellinteresse di tutti e non solo per annullare due processi del premier».
Sul legittimo impedimento, forse, cè qualche spiraglio in più, ma «nella versione minimale, quella dellUdc», dice Tenaglia. E spiega che limpossibilità di intervenire alle udienze del premier devessere limitata «alle attività proprie del suo ruolo, non interpretata latu sensu, per tutti i suoi impegni». Allincontro partecipa anche Pierluigi Mantini dellUdc, che lancia una provocazione a Gianfranco Fini, venuto a Rimini il giorno prima: «Il presidente della Camera ha detto che il processo breve forse si può fare, ma solo se ci sono le necessarie risorse per la giustizia. Ecco, ora che nella Finanziaria queste risorse non ci sono, che cosa dice?».
Dellaltra possibilità, il lodo Alfano per via costituzionale parla Maurizio Gasparri, primo firmatario del ddl sul processo breve: «È lecita una rivisitazione del provvedimento, come lo vuole la Consulta. Ma rimane indispensabile la legge sulla ragionevole durata del processo».
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