Si conoscerà il prossimo 28 luglio la sentenza del giudice Annamaria Gatto a carico di Aldo Brancher e di sua moglie Luana Maniezzo, dopo la scelta dellex ministro di avvalersi del rito abbreviato. Nessuna nuova testimonianza, dunque, e udienza a porte chiuse: il giudice deciderà solo sulla base degli atti già contenuti nel fascicolo di inchiesta, in particolare la documentazione contabile proveniente della Banca popolare di Lodi e la testimonianza dellex amministratore dellistituto, Giampiero Fiorani. Le imputazioni di Brancher sono riassunte nei due capi daccusa per ricettazione e appropriazione indebita. La prima riguarda i versamenti in contanti che Fiorani sostiene di avere fatto allallora esponente di Forza Italia: secondo la Procura milanese, Brancher non poteva non sapere che il contante proveniva dai conti occulti della banca, alimentati da Fiorani con operazione illecite. La stessa contestazione era stata mossa dai pm al ministro Roberto Calderoli, con il quale (sempre secondo Fiorani) Brancher avrebbe detto che intendeva dividere la somma. Ma il racconto di Fiorani è rimasto privo di riscontri e Calderoli, dopo essersi presentato a rendere un interrogatorio in cui ha negato di avere ricevuto somme, ha ottenuto larchiviazione. Laccusa di appropriazione indebita riguarda invece i prodotti finanziari derivati che erano stati piazzati da Fiorani sui conti correnti di alcune decine di clienti «amici», tra cui quelli della moglie di Brancher. I clienti incassavano anzitempo gli utili dei bond: se poi loperazione si concludeva con una perdita, a sopportare i danni era la banca.
Questo accadde nel caso di Brancher e signora: incassarono 300mila euro, ma lanno successivo il derivato causò una perdita di oltre un milione. Per evitare la costituzione di parte civile della banca, Brancher ha restituito tutta la somma.Il processo Chiesto il rito abbreviato, la sentenza il 28 luglio
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