da Napoli
È il giorno più nero per Antonio Bassolino, simbolo del rinnovamento e della legalità negli anni in cui infuriava la tangentopoli campana ma che oggi i pm della Procura di Napoli vorrebbero vedere alla sbarra. Nella tarda mattinata di ieri, infatti, il procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano e i pm Guseppe Noviello e Paolo Sirleo hanno depositato presso lufficio del giudice delle indagini preliminari una richiesta di rinvio a giudizio per il «governatore» della Campania e altre 27 persone. Gli imputati sono accusati di reati che vanno dalla truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture.
Gli inquirenti accusano le imprese affidatarie dellappalto per la gestione dello smaltimento dei rifiuti in Campania, Impregilo più altre cinque controllate del gruppo, di non avere rispettato il contratto.
Pesanti gli addebiti che i pm rivolgono a Bassolino nella sua ex veste di Commissario straordinario per lemergenza rifiuti in Campania, incarico rivestito dal 2001 al 2004: secondo Sirleo e Noviello, il governatore aveva lobbligo di assicurare una «corretta gestione dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani, assimilabili e speciali». Ma, nonostante i poteri che gli derivavano dal ruolo di Commissario, «non impediva, realizzava e consentiva la perpetua violazione degli obblighi contrattuali assunti dallAti, affidataria in relazione alla gestione del ciclo dei rifiuti solidi urbani in Campania». Il risultato di questo lasciar fare, del controllore che non controllava, era sotto gli occhi degli addetti ai lavori: oltre 5 milioni di ecoballe accumulate e non smaltibili perché composte di materiali che gli inceneritori non saranno in grado di bruciare, neanche quando finalmente saranno in funzione.
Appena un mese fa, il preludio a queste richieste di rinvio a giudizio della Procura: unordinanza applicativa della misura cautelare interdittiva emessa a carico della Impregilo e di cinque società del gruppo, tra cui la Fibe e la Fisia, dalla stipula di contratti con la pubblica amministrazione per almeno un anno; e, inoltre, il sequestro di 750 milioni di euro.
Con Bassolino sono imputati, tra gli altri, i vertici della Impregilo, Pier Giorgio Romiti e Paolo Romiti e i sub commissari Giulio Facchi e Raffaele Vanoli. Bassolino ha replicato alla richiesta della Procura con una e-mail: «Dopo numerosi annunci, le richieste della Procura sono state oggi ufficializzate. Forte è la sproporzione tra gli addebiti che mi vengono rivolti e la mancanza non solo di prove, ma anche di qualunque serio indizio».
Dai Poli sono ovviamente fioccate dichiarazioni pro o contro il governatore, e non è mancato il fuoco amico. Disobbediente fino in fondo, lonorevole Francesco Caruso (Prc) ha chiesto palesemente le dimissioni del governatore: «Non intendo subordinare il mio personale giudizio politico sulla giunta Bassolino ai risvolti giudiziari: resto convinto, infatti, che la giunta faccia parte del problema e non della soluzione, ed è per questo, rinvio o non rinvio, che ritengo opportune le sue dimissioni».
Più duro Maurizio Gasparri di An, secondo cui «la gravità delle accuse formulate dalla Procura di Napoli nei confronti di Bassolino impedisce di poter attendere lesito della decisione della magistratura giudicante. Bassolino deve dimettersi o almeno autosospendersi dallincarico fino allaccertamento pieno e totale delle sue responsabilità».
Bassolino ha incassato la solidarietà dal ministro per la Funzione pubblica, Luigi Nicolais: «Nel pieno rispetto della magistratura, coltivo la profonda convinzione che Antonio saprà dimostrare la propria estraneità ai fatti oggetto di indagine». Per il sindaco di Napoli Rosa Iervolino, «profonda è la convinzione dellonestà di Bassolino».
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