Al telefono, Roberto Sandalo amava lasciava andare. Con le rivendicazioni, con cui minacciava di voler «passare a un livello più alto». Ma non solo. L’ex Prima linea condivide con altri le «battaglie» di religione e la passione dell’intolleranza. Nessun riferimento diretto agli attentati, certo, però qualcuno con lui alimentava almeno a parole la rete dell’odio. Persone su cui, ora, indagano gli inquirenti.
Ma l’ex terrorista rosso era in grado di essere una minaccia anche da solo. Per questo, il primo comandamento è «non sottovalutare». Il procuratore aggiunto Armando Spataro è perentorio. A poche ore dall’arresto di Sandalo, riconvertito alla militanza anti-islamica, il magistrato invita a tenere alto il livello di guardia. Perché «chiunque istiga all’odio deve aver presente le possibili conseguenze delle proprie parole». Il rischio, spiega, è che «ci possa sempre essere qualche estremista pronto a raccoglierle, e a interpretarle come parole d’ordine». «Colpire i luoghi di culto islamici e i frequentatori di questi luoghi - insiste - significa colpire tutto l’Islam». E «se la valenza simbolica degli attentati è fermare l’Islam», allora «il valore delle indagini è fermare l’odio razziale e le discriminazioni religiose». Con una nota polemica. Perché «quando si sono verificati gli attentati, qualche autorevole commentatore li aveva definiti come “faide” tra islamici». Spataro conosce l’uomo che fu di Prima linea. «E lui era pronto ad alzare il tiro, era pronto a passare dal colpire le cose a colpire le persone». E questo, «detto da una persona che ha ucciso ed è stata condannata per diversi omicidi, è un pericolo».
Il leader e - al momento - l’unico membro noto del «Fronte cristiano combattente» è stato fermato. Ma l’indagine, condotta dagli agenti della Digos e dai carabinieri del Nucleo investigativo, e coordinata dal pm Maurizio Romanelli, va avanti. Perché se, come sembra, Sandalo si è mosso come un «cane sciolto», gli inquirenti intendono verificare se ci sia stata una rete di sostegno, o sia esistito qualche complice. Magari, qualcuno tra quelli che discutevano con lui al telefono della nuova vocazione integralista, proprio mentre gli investigatori erano all’ascolto.
Inoltre, dovrà essere accertata la «paternità» di altri attentati incendiari che si sono registrati nell’ultimo anno contro i luoghi di culto islamici - una decina -, almeno tre dei quali gli investigatori attribuiscono con buona dose di certezza a «Roby il pazzo». Incognite che potrebbe essere lo stesso Sandalo a chiarire nel corso dei prossimi interrogatori. E già oggi, il pm Romanelli chiederà al gip la convalida dell’arresto.
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