Politica

La Procura: non indaghiamo su Mastella

I magistrati di Potenza smentiscono che il ministro sia iscritto al registro degli indagati. Schicchi torna in libertà

da Potenza

Il ministro della Giustizia Clemente Mastella non è indagato nell'inchiesta del pm Henry John Woodcock su foto e ricatti ai vip.
A escludere che il Guardasigilli sia sotto inchiesta è stato lo stesso procuratore della Repubblica di Potenza, Giuseppe Galante: «Il ministro Mastella non risulta iscritto in alcun procedimento della Procura della Repubblica di Potenza né ovviamente è destinatario di indagini da parte della stessa procura», ha detto Galante precisando, inoltre, che «il nome del ministro della Giustizia non compare né nella richiesta di ordinanza cautelare né nell'ordinanza medesima emessa dal gip in riferimento a «Vallettopoli». Il procuratore ha fatto riferimento in particolare, a «notizie di stampa secondo cui si sarebbe realizzata una ennesima propalazione di notizie coperte da segreto investigativo».
Del coinvolgimento di Mastella si era vociferato dopo le indiscrezioni circa un incontro, avvenuto tempo fa in un ristorante di Roma, fra lo stesso Ministro e Lele Mora. Incontro che Mastella già l’altro ieri sera aveva definito casuale. La giornata di ieri - che Woodcock ha dedicato all'esame di altri atti investigativi - è stata occupata dalle decisioni del gip. Oltre agli arresti domiciliari per Andrea Carboni, Iannuzzi ha deciso la liberazione anche per Riccardo Schicchi (che era agli arresti domiciliari nella sua casa romana): per lui Iannuzzi ha disposto soltanto l'obbligo di dimora e quello di firma. Respinta invece la richiesta di revoca dei domiciliari per Marco Bonato, uno dei più stretti collaboratori di Fabrizio Corona.
Dure le reazioni dei difensori di Carboni e Schicchi. L’avvocato Renato Borzone ha parlato senza mezzi termini di «arresto illegittimo» e «completamente ingiustificato» di Carboni; il collega Michele Cianci si è detto «assolutamente insoddisfatto» della decisione di Iannuzzi per Schicchi e ha definito il suo assistito «estraneo a tutti i fatti».
Oggi, domenica, l'inchiesta vivrà una breve pausa per rientrare nel vivo già domani mattina quando a essere interrogato sarà Marcello D'Onofrio, il legale di Lele Mora e dello stesso Corona, anche lui indagato nell'inchiesta su foto e ricatti ai vip. D'Onofrio è stato sospeso dalla professione per due mesi dal gip. Secondo quanto si è appreso, non saranno invece sentiti, almeno per il momento, né l'onorevole Roberto Maroni, capogruppo della Lega a Montecitorio, che sarebbe stato oggetto di un «ricatto», né il fotografo Massimo Scarfone, che in un’intercettazione con Corona avrebbe raccontato di avere fotografato «un personaggio importantissimo» della politica. E per martedì a Potenza è atteso l'arrivo degli ispettori del ministro della Giustizia: guidati da Arcibaldo Miller, dovranno verificare se in occasione dell'inchiesta sui vip vi siano state delle irregolarità.


Un ritorno in Basilicata, quello di Miller e dei suoi collaboratori, che la settimana scorsa sono stati nel tribunale di Matera per un'altra ispezione, relativa però all'inchiesta della procura di Catanzaro in cui sono indagati cinque magistrati in servizio in Basilicata.

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