Si era presentato spontaneamente in Procura, ancora a dicembre, per rendere una testimonianza. Le sue parole gli si sono ritorte contro. Mauro Savasta - cugino di Stefano Savasta, arrestato lo scorso 3 marzo con laccusa di stalking e indagato per la morte (presunta) dellimprenditore Stefano Cerri, scomparso ormai da più di tre mesi - finisce sotto inchiesta. Laccusa è di concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione e dai motivi abietti.
Il dettaglio emerge dal decreto di sequestro del telefono cellulare di Mauro Savasta firmato dal pubblico ministero Antonio Sangermano, titolare del fascicolo. Scrive il pm che «vi è fondato motivo di ritenere che allinterno della memoria» del telefonino «siano contenuti dati (messaggi sms) relativi a contatti intrattenuti con il coindagato Stefano Savasta». E soprattutto, la Procura rileva come «la versione dei fatti profferta da Mauro Savasta in sede di presentazione spontanea dinnanzi il pm sia mendace, ovvero preordinata a tutelare il coindagato Stefano Savasta, in quanto compartecipe nella medesima azione criminosa, o a favoreggiarne lelusione delle investigazioni in atto a suo carico». Insomma, è una delle ipotesi investigative, Mauro Savasta - un mezzo sbandato con problemi di droga - avrebbe mentito per coprire il cugino, indicato dal pm «quale mandante dellazione criminosa», e se stesso. Forse, come uno degli autori materiali dellomicidio dellimprenditore. «In concorso con altre persone», annota ancora il pm. Il quadro delle presunte responsabilità, dunque, si allarga.
Ma lindagine continua a tutto campo. Resta aperta anche unaltra pista. Ancora non si esclude che Cerri - preoccupato dalle minacce ricevute da Stefano Savasta, geloso perché una sua ex assistente con cui aveva avuto una lunga relazione si era avvicinata proprio allimprenditore - abbia deciso di sparire per un po di tempo, facendo perdere le proprie tracce. Nel caso, però, resta da chiarire come abbia fatto Cerri a «volatilizzarsi». Letteralmente. Dopo lultima telefonata fatta alla famiglia prima della scomparsa (erano le 19.40 dei 10 dicembre scorso, «sto arrivando a casa»), di lui non si sa più nulla. Nessun contatto telefonico, nessun movimento bancario. Niente.
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