(...) i tempi di realizzazione, fra ricorsi, presentazione di nuovi progetti, richiesta di autorizzazioni, verifiche e soprattutto chiacchiere dei comitati e degli ambientalisti di professione. Un voltafaccia clamoroso, da parte dellesecutivo, che oltre tutto offre agli investitori internazionali limmagine di un Paese dove non cè certezza del diritto, per via di come si può assegnare e revocare un regolare appalto con una disinvoltura che rasenta larroganza. Oltretutto allinterno di un decreto - quello della cosiddetta liberalizzazione - che disciplina anche sugli orari dei benzinai e dei saloni dei parrucchieri!
Pare quasi che si divertano, i cervelli del governo, ad affossare progetti piuttosto che a realizzare qualcosa di concreto. E col gioco delle tre tavolette dimostrano di saperci fare benissimo, se si tratta di far comparire e sparire le grandi infrastrutture indispensabili alla Liguria e al resto del Paese. «Ecco qua il Terzo valico, ora lo vedi, e ora non cè più». Sparito, quando solo tre settimane fa pareva aver imboccato finalmente la dirittura darrivo, anche grazie a un«invenzione» del senatore di Forza Italia Luigi Grillo che aveva trovato immediato riscontro nel ministro Antonio Di Pietro: «Dite che mancano i soldi - aveva constatato Grillo -. E allora, mandiamo avanti una corazzata di privati, banche e primarie imprese di costruzioni, che sono pronti ad anticipare tutta la cifra necessaria allinfrastruttura, circa 4 miliardi e 800 milioni di euro. A fronte ci sarà una concessione di trentanni o più da parte dello Stato, e un canone di restituzione da stabilire, liquidabile al termine della concessione stessa». Tutto questo il 29 dicembre scorso. Pare luovo di Colombo, e invece è la quadratura del cerchio. Piace a tutti, questa soluzione, esclusi quelli che remano contro. Facile scoprirli: nel governo e fuori.
Non è un caso se ieri, appena appresa la notizia della revoca inserita nel decreto sulle liberalizzazioni, fra i primi a esultare è stata la presidente della commissione Lavori Pubblici del Senato, Anna Donati, dei Verdi: «Molto bene ha fatto il governo a ripristinare le regole di concorrenza sugli affidamenti della Tav, lalta velocità ferroviaria, che il governo Berlusconi aveva abrogato. Ci impegneremo per approvare in Parlamento questo provvedimento molto opportuno - conclude lesponente ecologista inquadrata e coperta - che restituisce trasparenza e concorrenza negli appalti per l'Alta velocità ferroviaria nel nostro Paese». E mentre si attende la dichiarazione di esultanza dei rappresentanti della sinistra più radicale, da sempre solidali con gli antiTav che preferiscono le lunghe teorie di camion al posto dei treni, si fa sentire ancora una volta forte e chiara la protesta (con lo sconforto) di Grillo: «Non cè scampo, questo governo ha voluto mettere una pietra tombale sul Terzo Valico ferroviario tra Genova e la pianura padana. È una decisione drammatica che ci riporta indietro al 1998» insiste il senatore azzurro, da sempre sostenitore di quella che definisce l'opera strategica più importante d'Italia e indispensabile per lo sviluppo dei traffici portuali di Genova, della regione e dellintero sistema-Italia (per chi ci crede, naturalmente). Aggiunge Grillo: «La decisione di cancellare la concessione al Cociv provocherà sicuramente un contenzioso che durerà almeno 3-4 anni. Questo governo non fa che demolire ciò che aveva fatto il governo di centrodestra, inventandosi dei pretesti e senza avere neppure il coraggio di dire che si allinea sulle posizioni dei Verdi e del Partito della Rifondazione comunista. È lo stesso governo Prodi che prima ha cancellato tutti i finanziamenti per il Terzo Valico e ora, dopo che un gruppo di privati con Banca Intesa, San Paolo, Impregilo e Condotte si era offerto di realizzare l'opera in project financing, cancella persino la concessione. Eppure - conclude il senatore - la progettazione è già pronta e c'è anche il sì delle Regioni Liguria, Lombardia e Piemonte».
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