Gerusalemme - «L’Italia, indipendentemente dal colore del suo Governo è vicina al popolo ebraico». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Romano Prodi, durante la cerimonia ufficiale al suo arrivo nella sede del governo israeliano, ricordando che il popolo ebraico «ha attraversato prove durissime come la tragedia gravissima della Shoah, e ha diritto di vivere in pace e sicurezza con i popoli vicini». Ricevuto dal primo ministro israeliano Ehud Olmert, Prodi ha detto: «È con grande emozione che torno qui come capo del governo italiano a testimoniare la fortissima amicizia e i profondi sentimenti che legano non solo le istituzioni ma anche il popolo italiano a questo Paese e a questa terra. Italia e Israele - ha proseguito - condividono storicamente un percorso comune, sono civiltà germogliate sullo stesso mar Mediterraneo e in tempi moderni hanno affrontato parallelamente il processo di costruzione dello stato nazionale. Entrambe aspirano alla sicurezza per garantire un futuro di serenità ai nostri figli». Il presidente del Consiglio si è detto inoltre «convinto che i due Paesi continueranno a lavorare insieme e a sviluppare ulteriormente i loro rapporti nella certezza che anche la dimensione europea di collaborazione, a cui ho dato tutto il mio contributo, troverà compimento nelle idee e nei valori e nella capacità di sviluppo economico e innovazione che Israele dimostra».
Il premier israeliano Olmert ha ringraziato Prodi e l'Italia: «I 2500 soldati italiani della missione Unifil svolgono un lavoro importante secondo il
mandato Onu. Sono sicuro che continueranno ad agire efficacemente contro Hezbollah e che
la frontiera rimarrà tranquilla».
"In Libano pronti a cambiare le regole d'ingaggio" «Credo che le regole di ingaggio abbiano funzionato bene. Ma se ci fosse l’invito dell’Onu, siamo pronti a cambiarle». Così si è espresso Prodi nella conferenza stampa al termine dell’incontro bilaterale con il primo ministro israeliano, in merito alla possibilità di modificare le regole di ingaggio della missione Unifil che vede il contingente italiano schierato in prima fila nel sud del Libano. Prodi spiega anche che «il rinnovo della missione è la via più naturale che si presenta davanti e noi siamo pronti alla massima collaborazione per giungere rapidamente al rinnovo del mandato della missione Unifil in Libano». Ed ha aggiunto: «quando si va in missione con l’Onu bisogna sempre essere pronti, quando necessario, a cambiare le regole. Finora hanno funzionato bene, ma - ribadisce - se ci fosse l’invito Onu siamo pronti a cambiarle. Il mio giudizio è che abbiano funzionato».
"L'Iran non può e non deve avere nucleare militare" «L’Iran non può e non deve avere una capacità nucleare militare. Capisco - ha aggiunto Prodi - la grandissima importanza del problema nucleare iraniano, non solo per Israele ma per tutta l’Europa - ha spiegato il premier - e siamo assolutamente d’accordo sugli obiettivi». Con Olmert si è parlato anche delle «vie più adatte per arrivare al comune e condiviso obiettivo.
L’Iran - ha detto Prodi - è già una grande potenza regionale, ha una grande responsabilità nell’area e questa responsabilità deve essere esercitata con consapevolezza. È Teheran, dunque, che deve rinunciare a qualsiasi programma nucleare militare».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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