Marcello Di Dio
da Roma
Anche lo sport volta le spalle alla Finanziaria del governo Prodi. E grida al tradimento, mettendo in serio imbarazzo il ministro Giovanna Melandri. Colpa dei tagli (121,5 milioni di euro) operati sui fondi stanziati per il Coni nel biennio 2007-2008. Quello, per intenderci, di preparazione ai Giochi Olimpici di Pechino. Una notizia imprevista, dopo le ampie rassicurazioni offerte da Palazzo Chigi sul mantenimento dei finanziamenti alla «casa dello sport». Due settimane fa, durante la cerimonia dei «Collari dOro», il presidente del Coni Petrucci ringraziò lattuale premier per lattenzione rivolta allo sport con la conferma di quanto già deciso nella finanziaria del 2004, ovvero lo stanziamento minimo garantito di 450 milioni. Tutto ciò grazie a fondi provenienti da entrate erariali e dai proventi dei giochi pubblici come concorsi pronostici, scommesse, Lotto e lotterie. Peraltro le previsioni in merito al finanziamento dello sport, formulate dal precedente governo Berlusconi, poggiavano proprio sulla crescita della raccolta del comparto giochi: secondo quanto ha reso noto lagenzia di stampa Agipronews, nel 2003 si era partiti da 16,6 miliardi e le previsioni per il 2006 parlano di almeno 32.
La nuova finanziaria che il governo sta cercando di varare con grandi difficoltà prometteva di «garantire certezza e stabilità allo sport azzurro, in considerazione dei crescenti successi». Promesse, solo promesse. Prima del dietrofront del ministro Padoa-Schioppa che ha creato sconcerto e preoccupazione nei palazzi del Foro Italico: un emendamento tecnico, partito dagli uffici del dicastero dellEconomia, ha previsto laccantonamento di oltre 57 milioni di euro per il 2007 e di più di 64 per il 2008 dei fondi stanziati in favore del Coni. In totale un 26 per cento in meno alla vigilia del biennio decisivo per la qualificazione degli atleti alle prossime Olimpiadi. Cosa mai accaduta in altri Paesi (in Cina e in Russia i contributi dello Stato allo sport sono stati addirittura incrementati, ndr.). «Le disponibilità economiche dello sport italiano toccheranno il minimo storico», recita un comunicato del Coni, che lancia lallarme per le logiche ripercussioni sui trasferimenti alle federazioni nazionali (che dovranno ritoccare i loro bilanci preventivi) e sullattività degli enti di promozione sportiva tanto cari alla sinistra. Ma anche per il sicuro blocco dellattività di vertice e delle iniziative di carattere sociale oltre che in ambito scolastico già in cantiere.
A Largo Chigi, sede del ministero dello sport, ieri si respirava un clima di imbarazzo per la «virata» del Governo. «Indietro non si torna - il commento di una spiazzata Melandri, che ai primi di ottobre garantì che la dotazione del Coni sarebbe rimasta invariata -. Gli impegni presi dal ministro dellEconomia erano diversi e Padoa-Schioppa è un uomo donore. In un anno di difficile congiuntura economica non era possibile aumentare lo stanziamento annuo di risorse per il Coni ma, al tempo stesso, non era pensabile di ridurle nemmeno di un centesimo. E non è lontanamente ipotizzabile e accettabile oggi». Il Coni attende ora risposte concrete e le vuole in fretta, per non arrivare alla fine dellanno senza precise garanzie economiche. «Nella disperata ricerca di fare cassa - dice Riccardo Andriani di An - il governo Prodi toglie allo sport la possibilità di sopravvivere decorosamente, possibilità garantita invece dal governo di centrodestra. Con buona pace della Melandri che tentava di spacciarsi per la paladina degli sportivi e dei giovani».
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