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Prodi s’accorge dei rifiuti: "È una vergogna". Poi attacca le Regioni

Il premier: "Fermiamo l’emergenza che ci mette in cattiva luce all’estero. Occorre l’aiuto di tutti"

Prodi s’accorge dei rifiuti: "È una vergogna". Poi attacca le Regioni

da Roma

Rosso, quasi congestionato, le labbra ridotte a un filo. Il Professore è furioso, si vede pure da lontano. «Basta, è ora di smetterla, questa vergogna deve finire. L’Italia è un Paese civile e deve dimostrarlo anche questa volta. Ho chiesto solidarietà alle Regioni, ne è stata offerta solo un minimo. Deve essere allargata, approfondita». Sì, Romano Prodi è davvero fuori di sé. «Ci sono state delle tensioni perché la Sardegna ha offerto un contributo. Ma è inammissibile che una nazione come la nostra non dimostri responsabilità collettiva». D’ora in avanti, avverte, niente più sconti. «Siamo intervenuti sui rifiuti a Napoli cambiando la struttura di potere e organizzando una soluzione definitiva, però ognuno deve fare la sua parte. Il governo non può più tollerare che il problema non venga risolto, non voglio più sentire ironie sull’Italia dalle autorità internazionali».
Eppure la giornata di Prodi era cominciata proprio bene, con il plauso dell’eurocommissario Joaquim Almunia per «i passi avanti» della nostra economia e con una chiacchierata con il governatore della Bce Jean-Claude Trichet, che si era addirittura «congratulato» per gli ultimi dati positivi sul deficit. Ma la visita a Malta del presidente del Consiglio per l’ingresso della Valletta nell’euro ha preso ben presto una piega diversa, via via che arrivavano le notizie dei nuovi scontri in Sardegna, della manifestazione a Napoli, dei distinguo del Prc e di Pecoraro Scanio sui poteri a De Gennaro e delle condizioni poste dagli amministratori regionali per accogliere la spazzatura.
Così eccolo nel pomeriggio dedicare tutta la conferenza stampa all’emergenza-munnezza. Il piano del governo incontra nuove difficoltà e Prodi manda «un messaggio all’Italia» buttando sul piatto la sua «autorità morale». Toni alti, parole gravi. «È chiaro che è giunta l’ora di parlare al Paese. Il governo ha fatto la sua parte, adesso prenderà ogni decisione necessaria perché ciascuna Regione e ciascun responsabile faccia il proprio dovere». Che significa? Imporrà con la forza a tutti di accollarsi i rifiuti campani? No. «Possiamo usare solo l’autorità morale della presidenza del Consiglio, che pesa più di qualsiasi decisione politica. Chiediamo uno sforzo minimo e temporaneo, l’equivalente di tre grammi di immondizia al giorno per ogni cittadino per un periodo limitato, i pochi giorni dell’emergenza». Basta con gli scaricabarili, è assurdo che «gli operatori dei termovalorizzatori diano risposte positive e i responsabili politici no». Se c’è «un vostro parente che chiede ospitalità» e voi non avete una stanza in più, «voi preparate un divano in soggiorno». E basta lamentarsi dei soldati: «Sono lì per dare una mano nella logistica, per aiutare il Paese e dimostrare che lo Stato esiste». Dunque, avanti tutta: «Vorrei vedere quale Regione si prende la responsabilità di non autorizzare il trattamento di rifiuti che non comporti danni ma guadagni economici solo per pregiudizio politico».
Un appello reso ancora più solenne dalla cornice internazionale da cui viene pronunciato. Nelle orecchie del Prof evidentemente fischiano ancora le battute degli altri leader europei e le lamentele del presidente della Commissione José Barroso. «Il nostro Paese - spiega infatti Prodi - non può più mandare immondizia all’estero. È un’altra vergogna che noi non possiamo più portarci dietro. Il problema deve essere risolto in Italia, non voglio più sentire ironizzare durante i vertici. In tante altre occasioni, ben più tragiche, ci siamo uniti e abbiamo trovato le soluzioni.

Dobbiamo farlo pure stavolta».

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