Il Prof accerchiato: nessuno gli crede più

RomaUn diluvio di tasse, la riforma del lavoro annacquata, il pasticcio sugli esodati, lo spread che sale e le borse che crollano, la mancata crescita e la timidezza nell’aggredire il debito pubblico. E ancora: l’Europa che barcolla e la raffica di critiche dalla stampa interna e internazionale.
Monti è sotto assedio e all’inizio del secondo quadrimestre la pagella del premier da «110 e loden» sembra quella di un prossimo rimandato a settembre. L’ipotesi di aumentare di 5 centesimi al litro il prezzo della benzina è solo l’ultima goccia di una pioggia di imposte che ha effetti devastanti. La politica di austerità del governo, dettata dall’esigenza di agguantare il pareggio di bilancio nel 2013, ha come risultato quello di aggravare la recessione già in atto.
Strettamente collegato a questo, le previsioni di crescita del Paese sono ancora più negative. Un disastro. Ed è per questo che martedì prossimo Monti incontrerà l’Abc per chiedere appoggio e lumi sul da farsi. È lo stesso leader del Pdl Alfano a dichiarare che l’incontro verterà su «crescita e infrastrutture e tutto cioè attiene allo sviluppo». E pure il piddino Bersani lancia l’allarme: «Senza contenere la recessione tenere a posto i conti diventa un esercizio molto, molto difficile».
Monti convince sempre meno anche per la riforma del mercato del lavoro, partita bene ma poi annacquata per non perdere l’appoggio del Pd. Il provvedimento sembra pasticciato, confuso e i partiti lo stanno restaurando in Senato soprattutto per il capitolo della flessibilità in entrata. Il premier difende il suo testo, ma è consapevole che l’accordo è al ribasso e, in ogni caso, ne scongiura sconvolgimenti. E che dire del pasticcio degli esodati? Il ministro Fornero continua a dire che il numero di persone interessate sono 65mila, ma i conti non tornano e i sindacati - che ieri hanno sfilato a Roma - parlano di oltre 300mila persone.
Il tutto in un contesto di finanza internazionale pessimo: le borse europee crollano mentre lo spread, differenziale tra i tassi di interesse dei Btp italiani e i Bund tedeschi, torna ad aumentare. Il che vuol dire necessità di altri quattrini e rischio, sempre negato da Monti, di un’ulteriore manovra per raccattare denaro. Un incubo, insomma. Con l’aggravante che nessuno fa più sconti al Professore. La stampa nazionale - anche quella più indulgente - ora comincia a dar voce alle critiche; mentre quella internazionale segnala la «delusione» per SuperMario.

I rimproveri sono noti: manca la crescita, manca l’aggressione al debito pubblico, manca il taglio della spesa, manca l’aiuto alle imprese soffocate da tasse e dal ritardo dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione.

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