Il professore di inglese lo ha nascosto in auto per fuggire da Milanello

nostro inviato a Milanello

L’aveva promesso a compagni e allenatore negli spogliatoi dopo la vittoria contro la Fiorentina. «Ci vediamo martedì per l’allenamento». E Ricardo Kakà è stato di parola. Dopo un difficile lunedì di metà inverno, speso nella sua abitazione milanese appeso ad una difficile decisione, ieri il brasiliano è tornato a Milanello e ha riabbracciato i propri compagni che, alla fine, non ha mai abbandonato. Ma per adesso, le uniche parole di Kakà restano quelle affidate a Milan Channel nella notte tra lunedì e martedì, dopo la telefonata esultante di Silvio Berlusconi al Processo di Biscardi: «È stata una scelta dettata dal cuore e dalla grande dimostrazione d’affetto ricevuta da società, compagni e tifosi in questi giorni». A cui si aggiunge il fresco commento del capitano Paolo Maldini, portavoce per una volta anche del pensiero del figlio più grande: «Ricky è rimasto colpito da tutto questo affetto, dimostratogli dai tifosi. È un giocatore particolare e sui bambini ha un effetto incredibile. Il mio figlio maggiore quasi piangeva alla notizia e oggi era contentissimo».
Dopo una delle notti sicuramente più travagliate nella storia rossonera dell’ex Pallone d’oro, ieri il brasiliano si è presentato a Milanello dribblando abilmente cronisti e telecamere. Troppe le emozioni affrontate in questi giorni, ancora troppo poca la voglia di parlare apertamente di quanto accaduto. Arrivato poco prima delle due a bordo di un’autovettura guidata dal connazionale Pato, ha lasciato il centro sportivo tre ore più tardi, nascosto - a quanto sembra - nell’automobile dell’insegnante di inglese di Milanello. Ma su come Kakà abbia abilmente superato i taccuini dei giornalisti e lo sparuto gruppetto di tifosi, speranzosi di una fotografia o di un autografo col campione ritrovato, resta comunque un grosso punto di domanda.
Nel mezzo, l’allenamento disputato sul campo centrale, prima seduta settimanale dopo il riposo di lunedì: nella prima mezz'ora di lavoro hanno compiuto un breve riscaldamento con la palla a gruppi di quattro giocatori. Poi è iniziata la fase delle partitelle, il tutto rigorosamente a porte chiuse. Per poter vedere Kakà all’opera, quindi, tutti sulla montagnetta di terra che si erge alle spalle del centro sportivo: il brasiliano ha giocato in squadra con Pato e Seedorf; dall’altra parte, l’undici che con ogni probabilità giocherà oggi in amichevole contro l’Hannover. Dida tra i pali, difesa con il rientrante Bonera, il neo-acquisto Thiago Silva, Senderos e Antonini; centrocampo composto da Beckham, Emerson e Flamini; in attacco Inzaghi e Shevchenko, supportati da Ronaldinho.

Il nome di Kakà figura comunque tra i convocati di Ancelotti insieme a quello di Seedorf: dopo tre giorni vissuti ad alta tensione, riappropriarsi del calcio giocato è forse la soluzione migliore per la serenità del brasiliano.

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