IL PROFUMO DELLA CULTURA

Carissimo Cimaschi, carissima signora Dellepiane, con le vostre lettere da cinefilo e da libraia innamorata del suo lavoro, voi avete aperto uno dei problemi centrali della nostra città: la scomparsa progressiva della Cultura. Della Cultura vera, intendo. Quella che non è fatta solo di notti bianche (ben vengano) o di targhe commemorative dei Palazzi dei Rolli patrimonio dell’Unesco (ben vengano pure quelle). Sul tema, mi piacerebbe conoscere il parere in merito anche dell’assessore alla cultura del Comune, che - detto per inciso - è anche il sindaco. O la sindaco, dipende dalla sensibilità culturale.
Mi riferisco alla Cultura quotidiana.

Se dovessi fare una proporzione matematica direi che mi riferisco alla Cultura che sta alla storiografia delle Annales e alla scuola francese di Fernand Braudel, come le Notti Bianche e l’Unesco stanno alla storiografia tradizionale fatta di guerre, battaglie, date, condottieri, generali e personaggi. Mi riferisco alla Cultura diffusa, quella che si respira per strada, anche nelle delegazioni, e che si tramanda (...)

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