Giannino della Frattina
Cinquanta minuti di colloquio. Venti in meno rispetto a Penati. Numeri. Forse non abbastanza per proseguire il chiacchiericcio sulla «distanza» della candidata Letizia Moratti dal sindaco in carica Gabriele Albertini. Invero, in tempi non sospetti, suo primo sponsor. E ora più che mai convinto non solo dellopportunità, ma anche dellalta probabilità di accogliere con un baciamano il suo successore. Ovvero quella che potrebbe essere la prima donna al piano nobile di Palazzo Marino. «Allora la prossima volta da sindaco», saluta per ora la lady ministra che varca il portone e corre allincontro con i partiti della Casa delle libertà.
«Non abbiamo parlato di campagna elettorale, ma di programmi elettorali secondo uno stile imprenditoriale che credo ci accomuni», taglia subito corto Albertini nella sala dellOrologio di fronte a un muro di fotografi e telecamere. Ma se le parole dordine della visita della Moratti con Filippo Penati, presidente diessino della Provincia, lunedì erano state «collaborazione tra istituzioni» e «città metropolitana», ieri la griffe dellincontro è stata la parola «concretezza».
«Il nostro sito - spiega la Moratti - ha già registrato 680mila ingressi. Tutta gente che si aspetta risposte. Per questo ho chiesto al sindaco di avere un piano per capire quali siano le risorse a disposizione. Senza di quelle non si possono portare a termine i cantieri già avviati, né se ne possono pensare di nuovi. Per dare concretezza ai progetti che presenterò ci vogliono i soldi». E chissà cosa le avrà detto Albertini alle prese con i continui tagli imposte ai Comuni dalle Finanziarie e la difficoltà di fare cassa privatizzando immobili comunali o fette di aziende municipalizzate.
«La concretezza dei nostri comportamenti - aggiunge il sindaco particolarmente stringato - e la realizzazione di opere, anche in collaborazione con le istituzioni, è il connotato essenziale del nostro lavoro. Ci siamo pienamente ritrovati in questo assunto». Elementi che spingono linterlocutrice a ribadire la centralità di Milano. «Qui vivono un terzo degli abitanti della Provincia e si producono la metà della ricchezza e degli occupati. Di qui devono passare i processi di sviluppo più importanti. Io mi muoverò con tutte le istituzioni in una logica che va anche oltre i confini dei Comuni». Secondo il ministro, infatti, Milano deve poter interpretare un ruolo non ancorato alle realtà locali. «È un asse importante. Penso anche ai rapporti con città importanti come Torino e Genova. E voglio ricordare che ci sono esempi di città che hanno costruito il loro sviluppo con iniziative addirittura sovra-nazionali. Penso a Barcellona con la linea Barcellona-Bruxelles.
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