Nonostante i tempi di tagli, sono in arrivo 5 milioni di euro per rifinanziare il fondo Nasko. La Regione Lombardia ha deciso di non sacrificare ma, anzi, di potenziare, il progetto per convincere le donne in difficoltà economiche a non abortire. Dallo scorso ottobre sono già state salvate 1.113 giovani vite. In pratica 5 ogni giorno. In altri termini, 1.113 donne hanno deciso di non abortire scegliendo invece di accettare un piano di aiuto personalizzato, formulato in collaborazione con i Consultori familiari o i Centri di Aiuto alla Vita, e di avvalersi di un sussidio regionale di 250 euro mensili per 18 mesi (4.500 euro in tutto).
«Il fondo Nasko - commenta il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni - si è dimostrato un'iniziativa adeguata a rispondere a un problema drammatico e sentitissimo da tante donne in difficoltà economica e spesso lasciate a se stesse. Più di 1000 vite salvate in pochi mesi, più di 1000 donne che hanno potuto dare seguito al loro desiderio di avere un figlio, sono un risultato che ci impone di continuare, nonostante le ristrettezze economiche causate dai tagli a livello nazionale».
L'assessore alla Famiglia Giulio Boscagli sottolinea che «con piena convinzione abbiamo reperito altre risorse considerando questo aiuto alle madri una priorità assoluta. Non si tratta del resto di un semplice sussidio economico ma, per ogni singola donna, di un piano personalizzato di accompagnamento, di consiglio e di sostegno. La difficoltà di accogliere un figlio è causata certo da problemi economici, ma spesso anche dal trovarsi soli di fronte a una situazione così drammaticamente importante».
Gli aiuti vengono erogati sia nel periodo precedente il parto sia in quello successivo alla nascita del bambino. Oltre all'assegno di 250 euro mensili, attraverso i consultori e i Cav possono venire forniti vestiti usati ma in ottimo stato, passeggini e tutto l'occorrente per accudire al meglio i neonati.
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