RomaLala soft dei finiani ancora parla di incontri con Berlusconi, punti dintesa col Pdl e «volontà costruttiva». Ma il leader di Futuro e Libertà sembra deciso allo scontro finale, e sui muri della Lombardia («Ma è solo linizio, il punto di partenza», promettono gli organizzatori) spuntano mega-manifesti con foto di Gianfranco Fini e slogan bellicosi: «Sì alla legalità! Via gli affaristi dalla politica!». Firmato Generazione Italia, lassociazione fondata da Italo Bocchino. Mentre il suo vice alla guida del gruppo parlamentare, Benedetto Della Vedova, apre un nuovo fronte con la maggioranza annunciando una legge sulle coppie di fatto.
Guerra, dunque? Le note a margine del lungo comunicato con cui il presidente della Camera dice la sua sulla casa di Montecarlo suonano tuttaltro che concilianti verso Berlusconi, anzi sono vere e proprie stilettate che riecheggiano gli slogan dei manifesti lombardi: «Ben vengano le indagini: a differenza di altri non ho l'abitudine di strillare contro i magistrati comunisti», dice Fini. E sfida provocatorio: «Chi spera che in futuro io sia costretto a desistere dal porre il tema della trasparenza e della legalità nella politica è meglio che si rassegni». Chiosa il berlusconiano Osvaldo Napoli: «Il presidente della Camera ha deciso oggi di chiudere la verifica prima ancora di aprirla».
Dopo un lungo silenzio, che durava dal giorno in cui lufficio di presidenza del Pdl ha sancito la rottura, Fini sembra insomma aver optato per la linea del muro contro muro alla Granata, contro quella trattativista delle «colombe» che ancora ieri mattina, col sottosegretario Adolfo Urso, teorizzavano che «se cè una volontà aperta e costruttiva certamente si può raggiungere lobiettivo di un patto di legislatura», e anzi si potrebbe persino «cogliere loccasione per allargare la maggioranza ad altre forze, come lUdc». Quanto ai punti programmatici («inemendabili», chiarisce il ministro Frattini) su cui il Pdl sfida i finiani a sottoscrivere un nuovo patto di governo, Urso si dice pronto a discuterne insieme, a patto che «non ci siano diktat o trappole».
Il vice capogruppo finiano Della Vedova, intanto, mette sul piatto un nuovo tema che alimenta polemiche col Pdl, e che provoca dissapori anche nel neonato «terzo polo» con il partito di Casini. Della Vedova annuncia una iniziativa parlamentare per «riprendere in mano il tema di una legge civile sulle coppie di fatto anche gay, senza confinarlo nella maggioranza ma allargandolo a tutte le forze parlamentari». La legge 40 sulla fecondazione assistita è «assurda» e va modificata, mentre sul testamento bioetico Della Vedova propone, «in accordo con Fini», una sorta di «disarmo bilaterale» tra cattolici e laici: «Visto che il Pdl ha prodotto solo proposte confessionali su questo tema, suggeriamo un passo indietro: diciamo no alleutanasia attiva, no allaccanimento terapeutico, decidano i medici secondo un codice deontologico». Le reazioni negative dal Pdl non si fanno attendere: «Proposta provocatoria, è lennesimo pretesto per spaccare la maggioranza. I finiani cercano voti a sinistra», accusa Francesco Giro. Ma anche dallUdc riemerge Paola Binetti (già Pd) per bacchettare il neo-alleato terzopolista: «Mettendo al centro questi temi Della Vedova decreta le condizioni di fragilità di unalleanza», avverte. Lesponente finiano però non indietreggia: «Con buona pace della Binetti, siamo in gruppi diversi, noi in maggioranza e lei allopposizione, e dunque liberi di pensarla diversamente», replica il vice-capogruppo Fli.
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