Chissà se George Byron e Thomas Mann riconoscerebbero la loro isola preferita. Il Lido di Venezia è decisamente cambiato da quando i due scrittori lo scelsero come buen retiro a metà Ottocento. Ancora in quel periodo, la sottile e stretta isola lunga undici chilometri, posizionata tra la laguna e lAdriatico, era praticamente unarea coltivata a orti. Un mondo pieno di fascino e silenzioso, che dopo il declino di Malamocco, era frequentato dai veneziani solo per labbazia benedettina di San Nicolò, patrono dei naviganti. Qui la Serenissima celebrava lo Sposalizio del mare, cerimonia che si ripete annualmente ancora oggi.
La rivoluzione al Lido è arrivata negli anni 30 quando il fascismo decise di farne il centro della vita culturale e sociale di Venezia, costruendo il Casinò e il Palazzo del Cinema, nonché arricchendo di edifici in stile Liberty la riviera e il centro dellisola. Un luogo vivace anche fuori stagione - basti pensare che è una delle poche isole lagunari su cui sono presenti strade carrozzabili - ma che in certi aspetti appartiene al passato.
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