Promemoria per un 25 aprile condiviso

Mentre le iene ululano mi chiedo: quando avremo una memoria condivisa?

Promemoria per un 25 aprile condiviso

Mentre le iene ululano mi chiedo: quando avremo una memoria condivisa? Quando riconosceremo che uccidere Mussolini fu una necessità sto­rica e rituale per fondare l'avvenire, ma lo scempio di Piazzale Loreto fu un atto bestiale di inciviltà e un marchio d'infa­mia sulla nascente democrazia. Quan­do riconosceremo che Salvo d'Acquisto fu un eroe, ma non fu un eroe Rosario Bentivegna. Quando ricorderemo i set­te fratelli Cervi, partigiani uccisi in una rappresaglia dopo un attentato, e porte­remo un fiore ai sette fratelli Govoni, uc­cisi a guerra finita perché fascisti.

Quan­do diremo che tra i partigiani c'era chi combatteva per la libertà e chi per instau­rare la dittatura stalinista. Quando di­stingueremo i partigiani combattenti sia dai sanguinari che dai partigiani finti e postumi. Quando onoreremo quei partigiani e chiunque abbia combattuto lealmente, animato da amor patrio, senza dimenti­care il sangue dei vinti. Quando cele­brando le eroiche liberazioni, chiamere­mo infami certi suoi delitti come per esempio l'assassinio del filosofo Genti­le.

Quando celebrando la Liberazione ri­corderemo almeno tre cose: che nel ven­tennio nero furono uccisi più antifasci­sti italiani nella Russia comunista che nell'Italia fascista (lì centinaia di esuli, qui una ventina); che morirono più civili sotto i bombardamenti alleati che per

le stragi naziste; che ha mietuto molte più vittime il comunismo in tempo di pace che il nazismo in tempo di guerra, shoah inclusa. La pietas copra tutti quei volti violati senza coprire o violare la verità della sto­ria.

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