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«Pronto ad aiutare Musso per espugnare Genova»

(...) sistemi di gestione del partito. Nello stesso anno diventa presidente dell’ordine dei medici, carica che manterrà fino al 2004, e comincia a lavorare al grande progetto di Genova Nuova, la lista civica che lo candida a sindaco di Genova nel 2007: un movimento creato e cresciuto intorno alla sua figura carismatica con una sfida all’ultimo voto contro Beppe Pericu persa per un ciuffo di preferenze. Quella corsa solitaria, con il centrodestra ufficiale che sostiene al primo turno Claudio Eva e non stringe nessun accordo ufficiale con l’ex leghista nemmeno al ballottaggio, è il segnale che a Genova un’aria diversa da quella sinistra si può ancora respirare. Diventa un fatto da scienza della politica: ancora oggi il «caso Castellaneta» viene preso come punto di riferimento nella teoria. Anche se per un soffio non ha centrato l’obiettivo, fece scuola.
Sullo stile di Castellaneta è ispirata la candidatura di Sandro Biasotti nel 2000 che ha proprio come lista d’appoggio il movimento civico di Liguria Nuova. Poi, tra il 2002 ed il 2005, una serie di distinguo di Castellaneta dalla giunta Biasotti sulla politica sanitaria, porta l’ex leghista a lasciare la politica. È rimasto a guardare nel 2007 e nel 2010 con una comparsata a sostegno della candidatura di Silvio Viale come presidente della Regione per la Lista Bonino- Pannella.
Da qualche settimana, con la decisione del senatore del Popolo della Libertà Enrico Musso di ritirarsi dalla corsa a sindaco per il centrodestra, negli ambienti vicini al senatore sembra essere sempre più forte l’idea di imitare quello che fece Castellaneta nel 1997. Con la fondazione «Oltremare» che Musso vorrebbe trasformare in lista civica c’è chi crede alla possibilità di arrivare a sfondare là dove il medico si era fermato: «Sono sicuro che Musso, anche se andasse solo, avrebbe la possibilità di farcela - commenta l’ipotesi della corsa solitaria, Sergio Castellaneta -. A differenza mia Enrico è visto bene dai giornali, potrebbe avere i media dalla sua parte. Io avevo tutti contro, compreso Il Giornale che a quell’epoca tifava per Eva. Ha la faccia giusta e buone competenze, dovrebbe provarci». Un consiglio che l’ex leader di Genova Nuova ha voluto dare direttamente al senatore Pdl che sembra sempre più distante dalla posizioni del partito che lo rappresenta dopo che, anche negli ultimi giorni, a seguito di una intervista ad una emittente locale si è scatenato contro le reazioni di alcuni colleghi parlamentari. «Se fossi in lui cercherei di andare da solo per avere le mani il più libere possibili. Perché un conto è salire a palazzo Tursi e poter fare quello che si vuole, altro è andare lì e dover rispettare le volontà dei partiti che ti sostengono - racconta Sergio Castellaneta -. La possibilità di essere il candidato e di farsi dare un appoggio esterno dal centrodestra sarebbe forse l’ipotesi migliore che Musso potrebbe percorrere». Castellaneta si dice pronto a scendere in campo con qualche ruolo in sostegno di Musso: il tempo rema dalla parte del professore universitario, così come il personaggio con il quale dovrebbe confrontarsi: «Il problema del candidato del centrodestra alle ultime amministrative era proprio quello di arrivare al ballottaggio - spiega -. Questa volta superare il turno con Marta Vincenzi contro sarà più semplice perché c’è una parte della sinistra che non la voterà mai».
Per Castellaneta il programma di Musso è già chiaro: «è giovane, ha buona visibilità, è apprezzato anche in ambienti dove io non entravo nemmeno. Deve avviare un lavoro scientifico, capillare sul territorio - prosegue -.

Deve saper coinvolgere dal professionista all’operaio, motivare le persone del suo entourage e costruire delle liste fatte di persone competenti. Qualcuno non lo ha ancora capito ma le liste le devi creare non riempire».

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