Caro Direttore,
sono un lettore (compiaciuto) del suo giornale e vorrei esprimerle la mia opinione, raccontandole un aneddoto capitato a mia madre, riguardo alle polemiche innescate in questi ultimi giorni dall'imminente separazione del nostro presidente che, dando ascolto ai vari Santoro, Travaglio, Lerner, Concite, ecc., scaturisce senza alcun dubbio dal Suo maschilismo becero, grezzo e volgare. Io ai Santoro e compagnia non ho mai dato ascolto pur seguendo le loro trasmissioni, pertanto mi sono convinto del contrario Soprattutto dopo quel che è capitato a mia madre e che vorrei raccontare. Vivo in un comune della provincia dell'Aquila (Capistrello) che dista 30 km dall'epicentro. Da noi il terremoto ha causato solo un grosso spavento. Non è così per un caro amico di famiglia che risiedeva all'Aquila e che è rimasto ferito. Fortunatamente ne è uscito solo con 17 punti di sutura sul cranio. Nei giorni immediatamente successivi al sisma mia madre ha provato a contattarlo in tutti i modi senza successo e alla fine si è rivolta alla Protezione civile, telefonando più volte. Il giorno dei funerali delle vittime ha provato di nuovo e l'operatore gentilissimo che rispondeva dal quartier generale sito nella caserma della Guardia di finanza si è appuntato il nome del nostro amico, ma ha fatto notare a mia madre che in quel momento non poteva aiutarla in quanto tutti indaffarati per via della presenza del presidente Berlusconi (i funerali erano appena conclusi). Mia madre che è una fan sfegatata del nostro ha pregato l'operatore di fargli almeno ascoltare la sua voce (del Presidente) e dopo un paio di tentativi sente l'operatore dire: «Presidente, una signora chiede di parlarle» e un'altra voce che risponde: «Me la passi» (evidentemente il Presidente si aggirava da quelle parti... ). La telefonata è durata solo un paio di minuti durante i quali, mi si racconta, che il Presidente ha esternato tutta la sua ammirazione per la mia gente e il dolore per quello che ci capitava, rassicurando che avrebbe fatto il possibile per trovare il nostro amico. Mio padre racconta che la mamma, non appena riattaccata la cornetta del telefono, eseguiva balzi che le permettevano di sfiorare il soffitto. Due giorni dopo l'amico si è fatto vivo. La domanda è: quanti Presidenti dei ministri avrebbero accettato quella chiamata? Ieri sera la Concita ad Annozero ha messo in dubbio le parole dell'onorevole Ghedini quando questi ha affermato che se si chiama il Presidente a casa la segreteria lo devia al suo cellulare. Magari ha ragione Concita e Ghedini esagera, magari i direttori dei giornali evitano di sprecare il tempo in feste di matrimonio e comunioni impegnati come sono a dispensare consigli e ad affossare giornali. Ma io credo a mia madre, al mio Presidente e pure ai cuochi campani.
Caro Giuseppe, grazie per la sua testimonianza. Che il Presidente Berlusconi debba il suo successo anche al fatto che stringe la mano ai cuochi e sa parlare al telefono con le anziane mamme, senza snobismi ma con una capacità di entrare in sintonia con la gente unica al mondo, è un fatto indiscutibile. Ma non vorrei che ora accendessimo nei lettori aspettative eccessive: gli italiani sono 60 milioni, il presidente del Consiglio è uno.
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