Pronto l’aumento di Unicredit ma Ghizzoni deciderà in extremis

Unicredit è alacremente al lavoro per definire l’ordine del giorno del consiglio di amministrazione di lunedì 14 novembre. Al momento, l’unica certezza è che saranno esaminati i numeri del trimestre ma si cerca di inserire tra i punti anche il piano industriale (che prevederà un focus sulle attività di banca commerciale) e l’aumento di capitale sulla cui entità inciderà la computazione del prestito cashes.
Anche per questo motivo dovrebbe essere convocato nello stesso giorno o domenica 13 novembre un comitato strategico. Ieri l’amministratore delegato Federico Ghizzoni ha specificato all’agenzia Radiocor che «non sono in agenda i rilievi sul fabbisogno di capitale delle banche deciso dall’Eba». Il top manager si riferiva alle richieste dell’Autorità di vigilanza europea su una necessità di 7,3 miliardi per raggiungere un Core Tier 1 del 9 per cento.
È chiaro che il banchiere intenda sfruttare tutto il tempo disponibile per mettere ogni tassello al proprio posto. Con l’attuale situazione dei mercati, con le normative sulle banche di rilevante interesse sistemico in attesa dal G20 di Cannes (che potrebbero vedere Unicredit inserita nella parte bassa della classifica con un fabbisogno di capitale al minimo), l’entità della ricapitalizzazione potrebbe attestarsi su valori inferiori alla soglia dei 5 miliardi e vicini a quei 4,3 miliardi dichiarati al mercato dopo l’ultimo Consiglio Ue. «Un conto sono le stime dell’Eba - ha dichiarato Ghizzoni- un altro sono le valutazioni interne che tengono conto dei cashes» e che fanno scendere le necessità per raggiungere quota 9% di Core Tier 1 a 4,3 miliardi, salvo ulteriori operazioni di recupero di redditività. Sul tavolo delle opzioni pare non esserci la cessione parziale o totale di Pioneer, la controllata attiva nell’asset management. «Non è all’ordine del giorno», ha aggiunto.
In ogni caso, un aumento compreso tra i 4 e i 5 miliardi metterebbe in minor difficoltà gli azionisti-Fondazioni, che hanno sempre confermato il loro appoggio a Ghizzoni e renderebbe pleonastico il coinvolgimento di istituzioni finanziarie, nazionali e internazionali, nella partita
Il taglio dei tassi di interesse da parte della Bce «è stato sorprendente, una risposta positiva», ha commentato Ghizzoni a proposito del taglio deciso dal neopresidente Mario Draghi.


Il ceo di Unicredit ha manifestato timori per la situazione economico-finanziaria complessiva. «Mi preoccupa - ha concluso - il livello degli spread che impatta sul costo del funding e del lending e sarà un fattore molto negativo per la nostra economia».

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