Roma

Il pronto soccorso per Fido? Può attendere

Rita Smordoni

Sono trascorsi quasi 3 anni dall’inaugurazione del nuovo canile della Muratella, costato all’amministrazione comunale 11 miliardi delle vecchie lire, ma l’apertura dell’ospedale veterinario resta ancora una chimera. Due sale chirurgiche attrezzate con apparecchiature all’avanguardia, un laboratorio per analisi, ecografie, anestesia, una zona degenza ed una sala tolettatura di preparazione agli interventi, una sala di osservazione post chirurgica. Tutto chiuso, per colpa di un protocollo d’intesa tra Asl RmD e amministrazione comunale che aspetta di essere ratificato dal 17 agosto del 2003. Ma andiamo con ordine. Il canile è attualmente gestito dall’associazione volontari Porta Portese, mentre la gestione sanitaria compete alla Asl RmD. Il Comune avrebbe dovuto consegnare i locali destinati ad uso sanitario, alla Asl, mettendola così nella condizione di attivare un pronto soccorso diurno e notturno e di predisporre in loco percorsi diagnostico terapeutici mirati, senza dover ricorrere a notevoli esborsi di denaro pubblico per appalti a strutture veterinarie private. Ma ancora oggi, il provvedimento è chiuso in un cassetto. A tirarlo fuori la delegata del sindaco alla tutela dei diritti degli animali, Monica Cirinnà, non ci pensa proprio, impegnata com’è nella rincorsa alla poltrona di responsabile dell’U.D.A. (Ufficio Diritti Animali) regionale, promessale dall’attuale presidente Piero Marrazzo. L’Ufficio liquida la vicenda con una battuta sibillina: «Tutto ciò che riguarda il settore sanitario dipende dalla Regione».
Proviamo allora a chiedere spiegazioni a Claudio Fantini, coordinatore del dipartimento servizi veterinari della Asl RmD. «Il Comune aveva previsto, nel canile della Muratella, una serie di locali destinati ad uso sanitario, che avrebbe dovuto mettere a disposizione della Asl, fin dalla sua apertura. Tutto ciò non è avvenuto. Il protocollo d’intesa è stato recepito dalla nostra azienda nel giugno del 2003 con delibera, e il personale si è immediatamente adeguato alle indicazioni del documento. Ma siamo ancora in attesa di ricevere la firma del protocollo da parte del Comune, e sono due anni che stiamo aspettando».
Attualmente la Asl adempie a tutti i compiti previsti dalla legge regionale n. 34, vale a dire attività zooiatrica, profilassi antirabbica e di controllo del randagismo, mentre l’attività di diagnostica e le operazioni chirurgiche di un certo rilievo sono affidate a strutture veterinarie private attraverso delle convenzioni, che costano ogni anno all’azienda più di 40 mila euro. «Soldi che potrebbero essere risparmiati - rimarca Fantini - se solo il Comune si decidesse ad apporre quella benedetta firma e tramutasse in atti concreti il protocollo d’intesa». «I veterinari che lavorano per la Asl - continua Fantini - sono in tutto 13, ma se ci sono necessità più complesse dobbiamo trasportare il cane in una struttura privata, con notevole allungamento dei tempi di attesa, complicazioni dovute al trasporto dell’animale e notevole esborso di denaro dell’azienda. Se avessimo a disposizione le strutture del Comune progettate e realizzate per questo scopo, potremmo diminuire i tempi di attesa ed aumentare la produttività del servizio».
Al momento, i veterinari sono costretti a limitare l’attività chirurgica alle sole sterilizzazioni, utilizzando strutture inadeguate e attrezzature sorpassate. «Per la campagna di sterilizzazione contro il randagismo dei gatti - informa Fantini - siamo dovuti ricorrere all’ambulatorio mobile dell’associazione Mondo Animale».

Sulla responsabilità diretta del Comune per la mancata apertura dell’ospedale veterinario il Direttore generale della Asl RmD, Patrizio Valeri, dichiara che sono in fase di realizzazione i protocolli d’intesa tra Asl RmD e il Comune per la gestione delle attività all’interno del canile, e quindi anche delle sale operatorie, che adesso di fatto sono vuote.

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