«Prosperini colpevole? Ricordatevi di Stasi...»

Milano«Alberto Stasi è stato descritto unanimemente dal sistema mediatico-giudiziario come colpevole assoluto, scagionato poi come del tutto innocente». Roberto Formigoni è in consiglio regionale per riferire sulla vicenda di Pier Gianni Prosperini, l’assessore della sua giunta arrestato con l’accusa di aver preso tangenti. E per spiegare tutti i propri dubbi cita l’assassinio di Chiara Poggi, le accuse al fidanzato Alberto, la certezza diffusa della sua colpevolezza risoltasi dopo due anni e mezzo con un’assoluzione. Il governatore invita i magistrati a procedere con rapidità, dal momento che le elezioni regionali del marzo 2010 sono ormai dietro l’angolo: «È un periodo delicato, per questo chiediamo il più possibile rapidità nelle valutazioni e negli atti».
Il presidente della Lombardia trova paralleli anche nella storia politica lombarda, come la disavventura giudiziaria di Milena Bertani, assessore nella giunta Formigoni 2000-2005, «arrestata in flagranza di reato, costretta a dimettersi, a lasciare la vita politica e scagionata come completamente innocente nove anni dopo». E poi l’ex presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, «arrestato con enorme clamore e rinviato a giudizio un anno e mezzo dopo l’arresto senza che si sia potuto aggiungere uno straccio di fatto all’impianto accusatorio». Ancora l’Abruzzo, quando nel 1992 la giunta del comune di Salimi «fu arrestata in massa e poi completamente assolta nel corso negli anni».
Formigoni invita a non ritenere colpevole chi è solo sotto inchiesta: «Siamo all’inizio di un procedimento, nel quale la pubblica accusa dovrà tentare di dimostrare la colpevolezza della persona, e la difesa avrà modo di argomentare, e solo alla fine si vedrà eventualmente la colpevolezza della persona». Fino all’appello a rispettare i principi del diritto e gli uomini coinvolti: «Credo che in questo momento dobbiamo esercitare l’arte laica e religiosa del dubbio, sapendo che nella civiltà giuridica la persona è e rimane innocente fino a prova provata del contrario e fino a sentenza definitiva emessa».
Inoltre, ricorda il presidente della Lombardia, l’onore della prova tocca alla accusa e non bisogna cedere alle tentazioni giustizialiste di chi vorrebbe il contrario, e cioè che sia il cittadino accusato a dover provare di essere innocente: «Spetta al magistrato inquirente dimostrare l’eventuale effettiva colpevolezza del nostro collega, poiché così stabiliscono le regole della civiltà giuridica. Noi seguiremo come sempre con attenzione e rispetto tale attività, ben sapendo tuttavia che ciò che spesso appare in un primo momento evidente e solare, viene rovesciato poi nel dibattimento. Gli rinnovo gli auguri di poter collaborare con la magistratura giudicante nel dimostrare la propria innocenza ed estraneità».
La Regione - spiega ancora il presidente - ha bloccato i contratti e disposto ulteriori accertamenti interni sull’accaduto.

L’inchiesta è partita da più di un anno e Formigoni assicura ai consiglieri regionali di aver già passato al setaccio le procedure oggetto di indagine e direttamente legate all’attività istituzionale di Regione Lombardia: «Non abbiamo riscontrato nessuna irregolarità nelle procedure di aggiudicazione della gara poste in atto dalle strutture amministrative. Ciò non toglie che eventualmente possano esserci state irregolarità esterne a questo procedimento di gara, e su questo appunto sarà la magistratura a indagare e a pronunciarsi».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica