E adesso vediamo se i ministri dal commento facile, che danno degli sfigati e degli smidollati e dei mammoni ai nostri ragazzi, trovano subito un bel commento sprezzante anche per questi coniugi caduti così in basso. Che so, potrebbero tuonare dallalto delle loro esistenze virtuose che il proprio corpo e la propria dignità non si vendono mai, nemmeno per fame, nemmeno per disperazione. Il problema è che bisognerebbe calarsi nelle situazioni, prima di commentare. Prima di stroncare. Prima di fare i pavoni sulla pelle della gente in difficoltà.
Certo, la vicenda è mortificante. Va aggiunta al copioso faldone «Crisi, effetti collaterali». Già sappiamo quale indotto mortifero abbia generato, oltre a tutto il resto, questa ondata di grande difficoltà economica. Soprattutto nel Nord-Est, dove fortune e sfortune sembrano nascere e svanire a velocità sempre doppia. Anche Paolo, artigiano 44enne di Casterlfranco Veneto, specializzato nei lavori in cartongesso, ha la stessa storia angosciante di tanti suoi conterranei finiti suicidi. Il lavoro che cala, i debiti che aumentano, le banche lasciamo stare, la triste fine dellimpresa. Lui però non cede subito. Trova faticosamente un posto come dipendente. Ma dopo sei mesi anche questo non cè più: gli spiegano che la crisi preme, lo spiegano proprio a lui, spiacenti ma il rapporto deve chiudersi qui. Sono momenti terribili. Cè il serio rischio di perdere pure la casa in affitto: troppi arretrati da pagare, il proprietario comincia giustamente a spazientirsi. Paolo chiede lavoro in tutte le imprese edili della zona, ma la risposta è sempre la stessa: «Mi dicevano che a 44 anni sono vecchio per un impiego fisso, che costo troppo». Ci sono tutte le condizioni per arrivare al solito capolinea: la depressione. Sentirsi finiti a quarantanni, senza futuro e senza speranze: ministro, tu chiamali, se vuoi, mollaccioni.
Il mollaccione, una sera, decide di chiudere come tanti casi umani dellItalia disperata: prende una corda e si impicca nel box di casa. Lultimo progetto, però, fortunatamente salta: a trovarlo subito, ancora in tempo, è proprio sua moglie, di sette anni più giovane. Col cuore in gola, la donna lo solleva e lo salva, urlandogli tutto il suo amore, ma come hai potuto, basta, non devi più preoccuparti, ci sono qui io, vedrai che ce la faremo
Per qualche settimana sembra davvero che possano farcela. Lei racconta daver trovato un lavoro come badante, nella zona del Vicentino. Turni di notte, è dura, ma pazienza, limportante è portare a casa una paga. Una notte, Paolo riceve la telefonata della questura di Vicenza: lo informano che sua moglie è finita in una retata, lungo i viali della zona, non come badante.
«Allinizio ne sono rimasto sconvolto - racconta Paolo alla stampa locale -. Ma poi è una situazione che ho imparato ad accettare. Anche se ovviamente non mi sta assolutamente bene. Per questo continuo nella disperata ricerca di un lavoro. Qualsiasi, purché sia onesto». Non il posto fisso, il posto comodo: questa coppia allo stremo, scesa fino al livello più basso della vita, dove lalternativa è tra morte e prostituzione, chiede solo un posto qualsiasi, però onesto, però subito, molto prima che il tavolo ministeriale della Fornero arrivi a una soluzione biblica sul mercato del lavoro.
Per il momento, a modo loro, Paolo e la sua signora - sì, questa moglie resta una signora, una grande signora - si ritrovano salvati dallamore. Nessuno lo discute: vendersi sulla strada per portare a casa quattro soldi è la forma di degrado umano più basso e umiliante. Lo sanno bene, i moralisti dalla bacchettata facile. Ci sono mille altri modi. Ma quando servono soldi subito, il giorno stesso, non fra un mese o fra un anno, questi mille modi non li trova nessuno. Si tratta di scegliere: salvare la propria dignità, la propria integrità, la propria morale, o salvare un amore dal suicidio?
Questa donna ha scelto. Molti uomini pagano per averla frettolosamente negli angoli più squallidi, senza sapere dove quei soldi finiranno. Magari, se sapessero, si farebbero qualche scrupolo. Magari si asterrebbero.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.