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Prostituta seviziata e uccisa: arrestato un suo giovane cliente

La Spezia Saranno i riscontri scientifici sul suo Dna, e i rilievi sugli abiti e sulle scarpe sequestrati nella casa dove vive con la madre, a definire le responsabilità di Jacopo Schiaffino, di 21 anni, di Monterosso al mare, in stato di fermo di polizia giudiziaria dalle 3 di ieri notte con l’accusa di rapina aggravata e omicidio aggravato dalla crudeltà, per l’uccisione della prostituta brasiliana Aparecida Da Silva, 40 anni, trovata morta in un lago di sangue la notte tra lunedì e martedì nell’appartamento dove era solita ricevere i suoi clienti alla Spezia.
Secondo gli investigatori della squadra mobile, le ragioni dell’assassinio sembrano essere riconducibili a «un’esplosione incontrollata» di violenza. L’omicida, lunedì pomeriggio tra le 16 e le 18, ha colpito la donna con un pugno al volto frantumandole lo zigomo, poi l’ha gettata a terra e accoltellata per ben 74 volte, con furia crescente, tanto da seviziarne il corpo addirittura dopo la morte. E si ritiene che fra le coltellate inferte sul corpo della sventurata brasiliana, in particolare nella parte bassa della schiena, quelle superficiali siano state dettate dall’intenzione di prolungare ulteriormente la sua agonia. Quindi con freddezza si è lavato le mani, ha svuotato i due portafogli della prostituta e se n’è andato.
Durante l’interrogatorio, Schiaffino si è avvalso della facoltà di non rispondere e di fronte al pm Claudia Merlino, titolare dell’inchiesta, ha mantenuto calma e distacco. Nel dispositivo giudiziario si parla di «pericolo di fuga» per questo il giudice ha deciso il fermo del sospettato.
Schiaffino, cliente abituale della prostituta, lunedì pomeriggio era alla Spezia e aveva contattato la donna sul telefonino cellulare. Inoltre ha sul corpo e sul viso vistose ferite, compatibili con una colluttazione con Da Silva.
Il dirigente della squadra mobile Girolamo Ascione e il questore vicario Giancarlo Conticchio parlano di «gravi indizi di colpevolezza» a carico di Schiaffino, incensurato e disoccupato. Le scarpe da tennis sequestrate nella sua casa sono dello stesso numero e dello stesso modello di quelle che hanno lasciato impronte nel sangue della prostituta. Inoltre, fra i clienti recenti della prostituta, Schiaffino è l’unico ad avere lesioni su tutto il corpo e secondo l’anatomopatologa Susanna Gamba, che aveva già eseguito l’autopsia sulla vittima, i graffi e le incisioni sono compatibili con l’aggressione. Poiché la prostituta aveva graffiato il suo assassino, i brandelli di pelle trovati sotto le sue unghie saranno un elemento decisivo di riscontro.
Il ragazzo era stato sospettato fin dal giorno dopo il delitto. Gli investigatori lo avevano controllato per un paio di giorni e interrogato alla presenza di un avvocato difensore.

Poi, al termine di una giornata di verifiche, alle 3 della notte scorsa, il pm Merlino ha emesso il dispositivo di fermo in carcere.

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