Dalla protagonista al direttore La Traviata dei giovani talenti

È l’opera salvataggio, tirata fuori dal cilindro-Scala mentre il diluvio di defezioni inzuppava il povero Andrea Chénier: alla fine cancellato dal cartellone e posticipato al 2011 con un cast sostanzialmente invariato e un nuovo direttore d’orchestra. In panchina l’opera di Umberto Giordano, Chénier appunto, e avanti con la conclamata e super-rodata Traviata di Giuseppe Verdi secondo un allestimento che conta diciotto anni di onorato servizio. Già, è la produzione di Liliana Cavani (regia), Dante Ferretti (scene) e Gabriella Pescucci (costumi).
La Traviata in scena alla Scala dal 3 al 27 giugno è dunque una ripresa delle riprese, ma vissuta in prospettiva del 2013 quando in pieno anno verdiano e wagneriano anche per quest’opera si promettono abiti nuovi di zecca.
Ad esercitare attrattiva o comunque curiosità attorno alla (ri)proposta di Traviata, è il ruolo del titolo affidato per la prima volta alla Scala a Mariella Devia e la presenza nella buca d’orchestra di un direttore sotto i trent’anni, e una volta tanto italiano: Carlo Montanaro. José Bros sarà Alfredo Germont mentre nei panni di Germont padre troviamo Renato Bruson, l’unico cantante sopravvissuto alle diserzioni riservate a Chénier.
Partiamo da Montanaro, direttore forte di anni di praticantato nelle file dei violini dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. E come altri direttori, poi destinati a grande carriera (uno su tutti: Carlo Maria Giulini), da quella postazione ha potuto rubare i segreti del mestiere. Che ha iniziato a esercitare in pubblico dopo un debutto fiorentino in formato ridotto, nel 2000, quindi l’anno dopo in gran pompa alla testa del Maggio stesso e forte dell’avallo di un mentore quale Zubin Mehta. Firenze è stata il trampolino di lancio e a lungo la palestra di fiducia di Montanaro che via via ha visto allargarsi il raggio di collaborazioni con teatri italiani e poi stranieri. Così, ha iniziato a viaggiare, approdando nelle città con il melodramma nel Dna, senza disdegnare mete non proprio in odore d’opera, il caso di Seattle o di Atene. Su di lui pare aver riposto la fiducia il sovrintendente scaligero Stéphane Lissner che già l’ha prenotato per il marzo 2009 per un’altra occasione verdiana, quella offerta da I due Foscari.
Mariella Devia è soprano dalla voce suadente, elastica, pronta ad aderire con morbidezza alle fioriture del belcanto. Ritorna alla Scala dopo gli onori conquistati – sul campo – anzitutto nei panni di Maria Stuarda e di una Lucia (cui ha dato l’addio proprio alla Scala) da manuale, è stata Violetta più volte, fra le ultime incursioni in terra-Traviata, si menziona la performance di Ancona, al Teatro delle Muse.

Al suo fianco, ci sarà il catalano José Bros, in carriera da sedici anni. Anno nel segno di Traviata per Bruson, nei panni di Germont a Milano, ma pure Zurigo e Avenches.
La Traviata
Teatro alla Scala
Dal 3 al 27 giugno
Info: 02-88792412

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