La protesta dei meccanici finisce in piazza

Tempi duri per gli autoriparatori della capitale. Carrozzieri, elettrauto, meccanici il 31 gennaio si riuniranno presso la sede romana dei Circoli della Libertà per dire basta al combinato disposto della pressione fiscale del duo Prodi-Veltroni. «Gli autoriparatori - denuncia Michela Terribile, vice-presidente regionale dei Circoli della Brambilla - sono massacrati da tasse e balzelli di ogni tipo. È una situazione insostenibile. I Circoli della Libertà organizzeranno una raccolta di firme che, partendo da Roma, investirà tutta la penisola e chiederà al governo una revisione del Codice delle assicurazioni e il ripristino dell’accordo Ania/AA.OO. fra compagnie e autofficine».
A vuotare le tasche degli autoriparatori non è solo la Finanziaria lacrime e sangue di Prodi. Con la delibera 410/2006 la giunta Veltroni nel 2007 ha fatto schizzare a 550 euro il costo del contrassegno di accesso alla Ztl. Un puzzle per i riparatori quadrare i conti, perché non tutti i fornitori di ricambi trovano conveniente pagare per entrare in centro. Stesso discorso per i clienti. «Il problema coinvolge tutta la categoria degli artigiani, in centro ben 23mila - spiega Michela Terribile -. Le riparazioni alle auto si fanno col contagocce, si lavora male. Si fanno i salti mortali per un pezzo. Le regole imposte da Veltroni hanno avuto effetti devastanti per tutto il 2007. Licenziamenti, fallimenti, officine semi-vuote. E conti in rosso». La musica non cambierà nel 2008. Nuovo contrassegno, nuovo travaglio.
«Ma ora gli autoriparatori - denuncia la Terribile - stanno subendo l’ennesimo smacco. Il Codice delle assicurazioni dal primo febbraio 2007 prevede da un lato l’indennizzo diretto al danneggiato dalla compagnia di assicurazione, ma dall’altro ha completamente dimenticato i carrozzieri». Che succede, ad esempio? «Diverse compagnie a Roma pubblicizzano una propria lista di “carrozzerie fiduciarie”, escludendo di fatto le altre. Bastano due parole del perito o del liquidatore e il gioco è fatto. Inoltre, se la vettura non è nuova, il costo della riparazione viene dimezzato. Il che costringe il riparatore a lavorare a cifre molto basse, anche se i ricambi costano come se l’auto fosse nuova». Non poche agenzie, denunciano i carrozzieri, non informano i danneggiati della necessità di una fattura entro 60 giorni, il che spinge qualcuno a tenersi il danno e i soldi in tasca. Con conseguenze complicate, e un sicuro danno per i riparatori.


Sull’onda della protesta, i Circoli della Libertà a Roma hanno raccolto molte adesioni nella categoria: «Nel 2007 il mio fatturato è stato di 22mila euro, nel 2006 era stato di 46mila, guadagno la metà» lamenta Bruno Evangelista, carrozziere, 63 anni. Evangelista ha fondato il Circolo della Libertà Rinascita Due, ha inviato un migliaio di e-mail ai colleghi. Molti hanno risposto. Si sono dati appuntamento al 31 gennaio.

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