La protesta dei tassisti: «Così s’uccide la categoria»

Giacomo Legame

Parte da Roma la protesta dei tassisti «tricolore» contro il paventato disegno del governo di deregolamentare il settore taxi. Ovvero dare il via alla liberalizzazione senza avere concertato la manovra con la categoria. In una riunione nella Capitale, ieri mattina, le organizzazioni sindacali nazionali hanno così dato vita al fronte «Taxi Italiano», il quale, come si legge in un comunicato, «si propone come primo obiettivo quello di bloccare la liberalizzazione» chiedendo immediatamente un incontro con i ministri competenti. E già oggi sarà comunicata la data della prima manifestazione nazionale di protesta, con il conseguente blocco del servizio.
«Una pazzia. Un’assurdità. Non ha senso. Una grossa calamità». Questi i commenti dei rappresentanti di alcune delle associazioni dei tassisti romani alla notizia del possibile decreto. Loreno Bittarelli di Radiotaxi 3570, Carlo Bologna di Ait, Nicola Di Giacobbe di Unica Cgil e Franco Pontecorvo di Casa artigiani non hanno dubbi: «Se entrerà in vigore tale riforma la categoria sarà messa in ginocchio». «Aumenteranno i costi di gestione - dichiara Bittarelli - è una follia che andrebbe a discapito sia dell’utenza, che si sobbarca gli oneri del servizio, sia degli operatori che sarebbero ridotti alla fame. In più tutto questo è stato deciso senza una concertazione con i sindacati». «Il Comune di Roma ha più di 6.000 tassisti. Se il numero dovesse crescere ancora allora abbiamo finito di campare - aggiunge Bologna - già ci hanno tolto parecchio lavoro con i servizi navetta e i bus a due piani, ora con questa manovra ci vogliono definitivamente soffocare. Ma quanto pensano che guadagniamo?». «La disponibilità dell’aumento dei taxi non dipende dai tassisti ma dai Comuni, dalle Province e dalla Regione - spiega Di Giacobbe - che hanno la piena facoltà di aumentarne il numero. La proposta del Governo deregolamenta un sistema ma non risponde alle esigenze dei cittadini. Se nei prossimi giorni il Governo intenderà agire per questa strada noi siamo pronti a fare le nostre battaglie». «Se oggi, in un turno di lavoro vi sono 1800 tassisti, con questa riforma ve ne saranno almeno il doppio - conclude Pontecorvo - questo preoccupa il tassista perché non solo vedrà messo in pericolo il suo ricavo ma dovrà fare i salti mortali per portare a casa uno stipendio. Tutto questo farà cadere sopra di noi una grossa tegola senza possibilità di sopravvivenza e solo per combattere quei pochi picchi giornalieri in cui l’utente deve aspettare qualche minuto in più per il servizio».
Sulla questione è intervenuto anche Alfredo Antoniozzi, di Forza Italia: «Quanto paventato durante la campagna elettorale dell’Unione - ha detto l’esponente azzurro - sta cominciando a prendere una fisionomia ogni giorno più drammaticamente devastante. Oltre a quanto già denunciato dai rappresentanti di alcune delle associazioni di tassisti di Roma manifesto forte preoccupazione per le conseguenze che tali provvedimenti avranno sui cittadini.

Non mi riferisco solo al problema legato all’aumento dei prezzi che sarà inevitabile ma sono preoccupato per una professionalità che a causa della direttiva-Prodi sarà sempre meno adeguata alle effettive esigenze del cittadino che richiede non solo una tariffa equa ma anche e soprattutto un servizio sicuro».

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