Politica

Protestano anche le tute blu Sciopero contro la manovra

Angeletti (Uil): «Se in piazza vanno membri del governo, perché non dovremmo andarci anche noi?»

Antonio Signorini

da Roma

Il primo sciopero contro la finanziaria, indetto da sindacati che fanno parte di confederazioni «amiche» del governo, sarà quello dei metalmeccanici. L’esecutivo è riuscito a evitare la mobilitazione degli statali, trovando l’accordo sul rinnovo del contratto. Ma proprio mentre si cercava l’escamotage per accontentare i colletti bianchi, tra le tute blu crescevano i dubbi sul «chi ci guadagna». Le perplessità sulla finanziaria in corso di approvazione si sono presto trasformate in rabbia. E ieri il no alla manovra ha trovato una manifestazione ufficiale con l’annuncio di una miniastensione dal lavoro di due ore.
E non è un caso che l’iniziativa l’abbia presa la Uilm, la federazione della Uil guidata da Antonino Regazzi; il sindacato, che giorni fa fece le pulci alla manovra di Tommaso Padoa-Schioppa scoprendo che a perdere nel gioco delle nuove aliquote e detrazioni sarebbe stato anche l’operaio medio, il Cipputi che guadagna 1.300 euro al mese. Le ultime modifiche, comprese quelle che mirano a rimodulare la stangata fiscale rendendola meno gravosa per i redditi medi non sono bastate a far cambiare idea a Regazzi. La manovra resta «confusa, sbagliata e inaccettabile. Non tiene conto dei problemi reali del Paese. Ha trovato solo il modo di aumentare le tasse», ha scritto il sindacalista in una lettera inviata ai colleghi di Fim-Cisl (Sergio Caprioli) e Fiom-Cgil (Gianni Rinaldini). Una missiva che ha rotto un tabù, visto che la valutazione della Finanziaria data dalle tre principali confederazioni sono positive. Anche la Uil ha dato un giudizio complessivamente positivo, anche se più critico. E ieri il segretario generale Luigi Angeletti ha marcato ancora di più le distanze dando il via libera alla Uilm: «Non vedo motivi per non fare lo sciopero; non vedo motivi di censura né di presa di distanza. È assolutamente normale. Se membri del governo vanno in piazza a manifestare contro la manovra, non vedo perché non possiamo farlo noi. D’altra parte sul cuneo fiscale c’è stata un’evaporazione del vantaggio per i lavoratori. Questo - ha spiegato - è l’argomento principale» di un’eventuale protesta. Ma le anomalie di questo minisciopero non finiscono qui. La grande sorpresa è arrivata dalle risposte che sono arrivate all’invito della Uilm. La sigla più «moderata» delle tute blu (che vanta tra i dirigenti elettori dichiarati di Forza italia) ha guadagnato subito l’appoggio della Fiom-Cgil, la federazione più a sinistra del sindacato della sinistra. Il segretario generale Gianni Rinaldini ha giudicato «importante» la proposta della Uilm di proclamare due ore di sciopero contro la finanziaria, ma ha chiesto che siano definiti, «in maniera puntuale» gli obiettivi comuni. In sostanza Rinaldini ha chiesto di legare lo sciopero ad altri obiettivi come «l’abrogazione della legge 30 (cioè la legge Biagi, ndr) e della inaccettabilità della proposta della Confindustria di gestione unilaterale degli orari di lavoro». Condizioni dure per la Uilm, soprattutto per quanto riguarda la riforma del lavoro. In sostanza il tentativo di Rinaldini è quello di far spostare «a sinistra» i colleghi della Uil.
Totalmente contrario alla proposta di Regazzi, Giorgio Caprioli, il segretario generale della Fim Cisl che è generalmente un sindacato più vicino alla Uilm. «Non condividiamo il giudizio della Uilm sulla Finanziaria. L’insieme della manovra mette i lavoratori dipendenti al riparo dai sacrifici necessari - afferma Caprioli - per operare un risanamento dei conti pubblici. Siamo disponibili a una riunione unitaria, ma contrari a forme di lotta contro la manovra». L’incontro si terrà oggi a Torino a margine di un vertice con la dirigenza Fiat. Solo quando sarà finito il vertice tra i tre si saprà se lo sciopero rimarrà un’iniziativa della sola Uilm o se aderiranno le altre due federazione. Chi potrebbe aderire è invece l’Ugl che domani farà anche una manifestazione nazionale contro la finanziaria.

La Confsal ha manifestato il 20 ottobre e ha indetto uno sciopero generale per il 7 dicembre.

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