La prima prova di Capotondi convince a metà

Ultimo film italiano in concorso, «La doppia ora» di Giuseppe Capotondi pare il prologo della «Sconosciuta» di Giuseppe Tornatore, che fu presentato alla Festa (non ancora Festival) di Roma. La protagonista è sempre Ksenia Rappoport, qui nel ruolo di una cameriera d’albergo slovena anziché di una prostituta. Ma il lavoro onesto è una copertura. In realtà adesca uomini per agevolare i furti in villa compiuti dall'amante. Insomma, li raggira.
Peccato Capotondi creda opportuno imitarla, facendo credere per quasi un’ora allo spettatore quello che non è. Sono quegli artifici alla maniera di Hitchcock che sarebbe meglio lasciare appunto a Hitchcock. E poi di thriller «metafisici» se ne sono visti anche troppi. Questo, poi, «letto» seriamente e non secondo le indicazioni del catalogo della Mostra, potrebbe essere un buon film di propaganda per la Lega, tanto suggerisce diffidenza per le straniere.

Che cosa giustifica la sua presenza in concorso? Soprattutto il paragone coi film italiani che c’erano l'anno scorso e che si ricordano generalmente con raccapriccio. Quest'anno il livello è stato migliore. Ma avrebbe potuto esser peggiore?

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