Le prove libere lanciano Schumi e spaventano Alonso e Renault

A Hockenheim il tedesco è primo dei piloti ufficiali, lo spagnolo 11°

Benny Casadei Lucchi

nostro inviato a Hockenheim

Schumi ha extra motivazioni, Fernando extra preoccupazioni. L’uno elogia il pubblico di casa «che ti spinge ad andare più veloce», l’altro le gomme della Ferrari che «sono davvero competitive e loro hanno fatto più progressi di noi». Il tedesco indossa la foglia di fico dell’«aspettiamo le qualifiche per capire le reali forze in campo, anche se il week end è iniziato bene», lo spagnolo l’armatura di un finto ottimismo che tenga alto il morale delle truppe francesi, per poi confidare: «Certo che vorrei sempre di più dal mio team, ma so che i ragazzi stanno facendo il massimo e per questo non sono preoccupato, perché in fondo resto in vantaggio, perché sarei stressato solo se avessi due punti di vantaggio, o se fossi addirittura dietro, invece sto davanti a Schumi, ho 17 punti, tanti quanti dopo Imola, più dei 15 dopo il Nurburgring. Perché mai essere teso? E se vinco qui, in casa sua, Michael potrebbe avere un contraccolpo psicologico...».
Ma a casa Schumi, qui a Hockenheim, pare tutto pronto per l’apoteosi dell’ingordo tedesco; fra questi boschi sono attese centinaia di migliaia di truppe teutoniche pronte a spellarsi le mani pur di applaudire il trionfo del cannibale dei motori, sperando non si tratti dell’ultimo davanti a tutti loro, l’ultimo prima di ritirarsi. In attesa del ferale annuncio che resta fissato per Monza, «saprete il mio futuro alla vigilia del Gp d’Italia» va ripetendo Michael, i suoi fan s’attrezzano per far cagnara, quella stessa cagnara che a Michael in passato dava molto fastidio: «Ricordo», rivela il ferrarista, «che da ragazzo, molti anni fa, non correvo neppure in Formula uno, venni qui come spettatore e nonostante i tappi nelle orecchie, il tifo, il rumore, il chiasso erano così alti che me ne andai». Ecco, quella stessa cagnara sarà oggi e domani la sua marcia in più. E con lui, della Ferrari. Il venerdì tedesco racconta delle polemiche legate al dispositivo mass-damper, una specie di ammortizzatore aggiuntivo usato dalla Renault fino a Magny Cours e poi proibito dalla Fia con seguito di polemiche; racconta soprattutto dei soliti collaudatori in vetta alla classifica dei tempi, con lista da decodificare per trovare i big del mondiale. Per cui, tester a parte, Schumi primo, Raikkonen secondo, Massa terzo: il massimo per gli uomini in rosso, se quest’ordine da provvisorio diventasse la griglia di partenza, di più, diventasse l’ordine d’arrivo. Perché le Renault sono lontane, Fisichella è ottavo, Alonso addirittura undicesimo (15° tempo collaudatori compresi, ndr), a oltre un secondo e mezzo da Michael. Abbastanza per essere ottimisti, troppo per crederci fino in fondo. E infatti Schumi non si sbilancia. «Siamo soddisfatti ma dobbiamo ancora interpretare i dati, le qualifiche parleranno chiaro... Per il momento non posso dire che siamo superiori alle Renault, non sappiamo come hanno girato: per esempio noi, nella seconda sessione, avevamo gomme nuove, e così altri, ma non loro. E questo vuol dire. Certo, sembrano più lenti, ma aspettiamo a sbilanciarci. Raikkonen? È andato veloce ma anche in questo caso è presto per giudicare».
La sensazione forte è che ieri la Ferrari fosse un filo più leggera del previsto, che la Renault un filo troppo pesante, quasi stesse pensando solo a preparare la gara di domani per limitare i danni. «Aspettate a darci indietro – spiega in tutte le lingue Alonso -... le Ferrari vanno veloci, hanno tutti i requisiti per puntare alla vittoria, però una seconda parte di mondiale così avvincente piace anche a me... Se questo campionato mi ricorda lo scorso anno? Per nulla: nel 2005 la lotta fu tra una Renault veloce e affidabile e una McLaren velocissima ma non affidabile. Ora noi e la Ferrari ci equivaliamo come prestazioni ma loro restano molto affidabili. Stavolta è più difficile».
Una sfida fra capi squadra ma anche fra compagni, scudieri, assistenti. Schumi su Massa: «Mi dite che Alonso si sente solo, poco aiutato da Fisichella? Se io dovessi vincere sempre, lui potrebbe comunque diventare campione anche arrivando sempre secondo. Per cui, più che al suo, credo che Fernando pensi a che cosa sarà in grado di fare il mio compagno».

E Fernando: «Non ho detto che mi sento solo o che Giancarlo non mi aiuta, ho solo spiegato che ad un certo punto il compagno più di tanto non può fare... In F1 non è come nel ciclismo, in F1 sei solo». E i diretti interessati? Massa è sull’attenti, Fisichella un po’ meno.

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