Prove tecniche di trattativa: c’è chi conferma la tariffa fissa

Jacopo Granzotto

Tassisti, prove tecniche di dialogo. Dopo la rottura tra la categoria e il Campidoglio sul controllo satellitare che ha portato alla proclamazione dello sciopero del 28 novembre, si cominciano a registrare i primi dissensi all’interno delle cooperative che gestisono il servizio. Anche se ieri al termine di una lunga riunione svoltasi a Valle Aurelia, le varie sigle sindacali delle auto bianche e le centrali radiotaxi si sono dette compatte nel proseguire la lotta, ieri molti conducenti hanno deciso di continuare ad applicare la tariffa fissa da e per gli aeroporti e di accettare clienti dagli alberghi. Una presa di posizione che ha ignorato la comunicazione ricevuta ieri mattina sul display: «Si ricorda ai colleghi che la forma di protesta in corso prevede la non applicazione della tariffa fissa, l’astensione dall’effettuare turni integrativi a Termini e la non accettazione delle chiamate provenienti dagli alberghi. Si raccomanda la collaborazione, grazie».
«Stiamo lavorando per aumentare il numero delle licenze - spiega il tassista Marco assieme ad altri colleghi - guardate che almeno il 60 per cento della categoria non è d’accordo con i sindacati e con questo braccio di ferro con il Campidoglio che ci sta solo danneggiando. A noi il gps ci andava bene, ma nessuno però ce lo ha chiesto. Perché i nostri superiori e i sindacati, prima di prendere una posizione di chiusura totale, non hanno svolto tra di noi un referendum? Sono certo che - spiega Marco - tra la domanda “preferite 2300 nuove licenze o il gps”, la stragrande maggioranza avrebbe optato per il gps». Sindacati nel mirino: «Si sono messi in testa di giocare sulla nostra pelle. Fanno finta di difenderci ma la maggioranza di noi è stufa». Marco svela anche un altro motivo del perché la maggior parte dei tassisti non stia aderendo alla protesta: «A noi conviene applicare la tariffa fissa da e per gli aeroporti. Dall’interno delle Mura Aureliane e fino a Fiumicino, se prima guadagnavamo circa 36 euro adesso ne guadagniamo 40. Ditemi perché non dovrei applicarla». E poi: «Le centrali, in merito alle chiamate provenienti dagli alberghi, invece di dire agli utenti che telefonano che c’è una protesta in corso e che quindi la macchina non arriverà, dicono semplicemente che non ci sono taxi in zona al momento». In molti invece hanno applicato la protesta di non recarsi a Termini per i turni integrativi.
Insomma, pare che il fronte della lotta si stia spaccando. In attesa di un recupero delle posizioni il gruppo di An ha approvato un documento politico nel quale «chiede al sindaco Veltroni di recedere dal braccio di ferro su gps e nuove licenze, tornando così agli accordi sottoscritti in commissione consultiva nella scorsa estate». «È indubbio che il servizio - si legge in una nota di An - vada migliorato nell’interesse della cittadinanza, ma bisogna tener conto che ci troviamo a operare nella metropoli più lenta d’Europa e con una velocità media commerciale in costante diminuzione da anni».


Infine per Marco Marsilio, capogruppo di An in Comune «la discussione che si apre oggi in Commissione Trasporti sui taxi deve essere senza pregiudiziali. È l’unica maniera per scongiurare un’altra stagione di scontri che pagherebbero solo i cittadini».

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