da Palermo
Si definisce nullatenente, e dice di aver frequentato solo la prima elementare e alla domanda se è sposato Bernardo Provenzano risponde: «Nel mio cuore sì». Linterrogatorio non dura molto, il vecchio padrino corleonese, chiuso nel carcere di Terni, risponde ai pm con frasi secche, brevi. Provenzano è convivente di Saveria Benedetta Palazzolo dalla quale ha avuto due figli, Angelo e Francesco Paolo, che sono nati durante la latitanza. La coppia è rimasta in «clandestinità» fino alla primavera del 1992 quando la donna insieme ai figli è tornata a Corleone.
Il capomafia ha risposto solo alle domande dei pm su dati personali e si è avvalso della facoltà di non rispondere per quanto riguarda le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone e dai sostituti Marzia Sabella e Michele Prestipino. Il boss è stato visitato in carcere dal medico dell'istituto di pena che lo ha trovato in buone condizioni di salute. Il direttore del carcere ha inoltre consegnato ai magistrati palermitani una relazione sui primi giorni di detenzione di Provenzano a Terni, che trascorre in isolamento, dalla quale emerge che il boss non è stato mai contestato da altri detenuti.
Ma i guai per il boss dei boss arrivano dal fisco. Dovrà infatti versare entro 60 giorni all'erario 267mila euro per «spese di giustizia» mai saldate. Le cartelle esattoriali con cui lo Stato presenta il conto al capo di Cosa nostra, mai recapitate, verranno notificate nei prossimi giorni presso il carcere di Terni dove il padrino è detenuto al 41 bis.
Intanto l'arresto del superlatitante Bernardo Provenzano non è sfuggito all'attenzione dei tanti appassionati del gioco del lotto.
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