Province al Pdl: 25-1 Riconquistate Milano e Venezia

Milano torna al Pdl. A Venezia la leghista Zaccariotto. In tutto il Pd perde 6 Province, ma mantiene il feudo di Torino. A Bologna trionfa Delbono (Pd). Il Pd tiene Firenze ma perde Prato. Padova: Zanonato ai supplementari. Puglia: a Bari il "sexygate" aiuta Emiliano

Province al Pdl: 25-1 
Riconquistate 
Milano e Venezia

Roma - Il centrodestra strappa due importanti Province al centrosinistra, Milano e Venezia, mentre il Pd conferma le roccaforti "rosse" (in primis Bologna, Firenze e Bari). La tornata delle amministrative si chiude senza che nessuno delle due coalizioni finisca al tappeto. Ma complessivamente, rispetto alla mappa di cinque anni fa, il centrodestra fa razzia di province e comuni governati dal centrosinistra.

PROVINCE
Il Pd trionfa a Torino
Il centrosinistra mantiene la Provincia di Torino. Secondo i dati diffusi dal Viminale, al ballottaggio per l’elezione del presidente della Provincia di Torino, il candidato del centrosinistra Antonino Saitta trionfa con il 57,38% delle preferenze mandando a casa la candidata del centrodestra Claudia Porchietto che si ferma al 42,61%.
Milano torna al Pdl
Dopo un lungo testa a testa tra Guido Podestà, candidato del centrodestra, e Filippo Penati, candidato del centrosinistra, alla sede del Pdl sono iniziati i festeggiamenti. Il primo abbraccio è per il ministro Mariastella Gelmini e i presenti in viale Monza sta urlando: "Guido, Guido!". Podestà ha conquistato il 50,20% delle preferenze contro il 49,8% di Penati, pari a una differenza di poco meno di 4mila voti su un totale di otre 1 milione e 70mila schede votate.
Una leghista a Venezia Il centrodestra al ballottaggio strappa la presidenza della Provincia di Venezia al centrosinistra. Così, subito dopo la vittoria, la leghista Francesca Zaccariotto fa sapere che il ruolo che va ad assumere è quello di coordinatore: "Sono aperta al dialogo anche col sindaco Cacciari che ancora non conosco". Un messaggio distensivo alla vigilia dell’ingresso nella roccaforte veneta del centrosinistra quello di Zaccariotto, che però precisa subito: "Siamo alla svolta, in Provincia si volta pagina". Un cambiamento "nel segno dell’entusiasmo di quanti hanno condiviso con me questa esaltante ed emozionante prova". Zaccariotto, sindaco di San Donà di Piave, avverte che non lascerà il municipio, ma sarà pronta nella doppia veste "a mettere cuore ed anima nelle due amministrazioni, a maggior ragione considerato il doppio impegno".

COMUNI
Bologna resta "rossa"
 Con oltre il 60% delle preferenze - anche se non sono stati ancora scrutinati tutti i seggi - Flavio Delbono, candidato del Partito democratico, dell’Italia dei valori e di altre liste del centrosinistra, è sindaco di Bologna. Dal suo quartier generale di piazza XX Settembre, Delbono si dice "onorato di poter servire la mia città" e si impegna a "riannodare il filo di un dialogo sempre più necessario tra i cittadini e la politica". In una breve conferenza stampa, il candidato del Pd ringrazia "i bolognesi che hanno votato e che hanno creduto dell’importanza di questa competizione con la loro presenza alle urne: è il senso della politica intesa come dialogo costante con i cittadini". Poi assicura: "Userò la responsabilità che oggi mi hanno dato i cittadini per riannodare il filo di un dialogo sempre più necessario tra i cittadini e la politica. Infine sono onorato di poter servire la mia città".
Zanonato conserva Padova Flavio Zanonato, riconfermatosi oggi sindaco di Padova con il 52%, compirà 59 anni il 24 luglio prossimo. Figlio di operaio Fiat, entra in politica giovanissimo nel Pci diventando segretario provinciale del partito per poi maturare una forte esperienza in materia di immigrazione a fianco di Piero Fassino. Tornato a Padova diventa sindaco, la prima volta, nel 1993 per poi essere rieletto con il nuovo sistema maggioritario nel 1995. Si ricandida, ma viene sconfitto dall’emergente Giustina Destro, imprenditrice eletta con una coalizione di centrodestra. Il duello tra i due si ripresenta nel 2004; Zanonato vince al primo turno.
Il "miracolo" di Galli a Firenze Matteo Renzi, 34 anni, è il 18esimo sindaco di Firenze dal dopoguerra a oggi: al ballottaggio ha ottenuto quasi il 60% delle preferenze. Una vittoria scontata. In realtà il risultato l'ha portato a casa lo sfidante Giovanni Galli che supera per la prima volta il "muro" del 40% a Firenze.
Il Pdl strappa Prato dopo 63 anni Per la prima volta nella storia Prato ha un sindaco di centrodestra. Dopo una battaglia all’ultimo voto, Roberto Cenni, candidato di Pdl, Lega, Udc, Socialisti riformisti, La Destra e alcune liste civiche, ha vinto il ballottaggio nella ex roccaforte rossa con il 50,88% dei voti. Cenni è imprenditore del tessile e abbigliamento, e presidente della fondazione CariPrato. Lo sfidante del Pd, Massimo Silvano Carlesi, si è fermato al 49,12%. Secondo gli analisti, il voto dei pratesi è stato influenzato dalla profonda crisi in cui versa il distretto tessile e dalla forte presenza di cittadini cinesi, in larga parte impiegati in una sorta di distretto tessile "parallelo". La virata a destra può essere letta anche come una risposta alla legge regionale sull’immigrazione, approvata il mese scorso tra le polemiche e nonostante l’ostruzionismo del Pdl, che garantisce assistenza sociosanitaria anche agli immigrati privi del permesso di soggiorno.
Emiliano riconfermato a Bari Michele Emiliano, candidato del centrosinistra, fa il pieno di voti e si conferma sindaco di Bari battendo il suo avversario di centrodestra, Simeone Di Cagno Abbrescia. Una vittoria dalle dimensioni ampie, forse più ancora di quanto i suoi sostenitori si potevano augurare. Ad Emiliano sta andando quasi il 60% dei voti, mentre Di Cagno Abbrescia si ferma attorno al 40%. Con questo risultato appare giustificata l’euforia di Emiliano, barese, ex magistrato antimafia, segretario regionale del Pd, che ora a caldo commenta il risultato attribuendo la vittoria non solo alla sua parte politica ma a un progetto di costruzione di nuove alleanze. Un progetto che qui a Bari si è tradotto in particolare nell’abbraccio sancito per il ballottaggio con l’Udc di Mario Russo Frattasi.
Il Pdl stravince in Sicilia In Sicilia il centrodestra vince i ballottaggi per le elezioni amministrative, aggiudicandosi 6 comuni su 8. Uno, Mazzarino va all’Udc che sconfigge l’anomala alleanza Pdl-Pd. Unico comune in cui il Partito democratico vince è Motta Sannt’Anastasia, dove però era alleato con un partito del centrodestra, l’Mpa del governatore Raffaele Lombardo. Il centrosinistra perde una roccaforte importante, Caltanissetta, unico capoluogo di provincia nell’isola al voto in questa tornata: Michele Campisi, sostenuto dal Pdl, ha vinto contro Fiorella Luigia Falci con il 55,21%.

Il primo turno Al primo turno, che si è tenuto il 6 e 7 giugno in contemporanea con le Europee, il centrodestra ha riportato una significativa vittoria, strappando al centrosinistra l’amministrazione di diverse Province e Comuni maggiori.

I ballottaggi riguardano soprattutto il Centro-nord, dove più forte è la presenza della Lega Nord. Ma conteranno anche le scelte dell’Udc che ha deciso di optare caso per caso se stare con il Pdl e i suoi alleati o, più spesso, col Pd e il centrosinistra. 

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