Dalle ore 15,15 alle ore 17,50. Ieri il consiglio provinciale è durato un paio d'ore e mezza. Giusto il tempo di parlare di faccende piemontesi come la Tav, di Atp e del «nodino» di Geo, quello della strada che porta alla Madonna della Guardia. Ma anche per aumentare il numero dei membri delle commissioni da 19 a 20, dopo che, solo un paio di mesi fa, erano stati diminuiti da 20 a 19.
Invece, l'assemblea non ha avuto tempo per discutere la mozione del centrodestra sulla questione dell'alveo dell'Entella. Il primo ordine del giorno in tal senso, quello del centrosinistra, è stato discusso e approvato con 17 voti a favore e 6 astenuti. Quello del capogruppo arancione Massimo Pernigotti no. Addirittura, mentre il consigliere aveva appena acceso il microfono per presentare il suo documento, il presidente del consiglio, Alfonso Gioia (Udc), ha decretato lo «stop» ai lavori.
Apriti cielo. «Non possiamo perdere tempo e chiudere in anticipo i lavori così spesso - ha tuonato Pernigotti - non si può neanche tappare a bocca al centrodestra, mentre si sta discutendo un argomento. Il sospetto è che il presidente Gioia abbia interrotto il consiglio solo perché alcuni colleghi del centrosinistra, ovvero del Pd, se ne stavano andando a casa. Sarebbe mancata quella maggioranza, necessaria alla giunta Repetto per votare il secondo ordine del giorno».
«Scriveremo una lettera ufficiale di protesta al presidente Gioia - ha aggiunto Renata Oliveri - volevamo discutere l'argomento, anche se alcuni consiglieri del Pd se ne stavano andando via. Si devono rispettare i tempi istituzionali, dare voce all'opposizione, cominciare e terminare in modo corretto la discussione su un argomento, senza rinviare per motivi di maggioranza».
«Niente di tutto ciò - ha replicato Alfonso Gioia - ho chiuso l'assemblea per poter discutere meglio tale pratica nel consiglio successivo. La prossima volta ci sarà anche la dettagliata risposta dell'assessore Perfigli. Nessuno mi ha chiesto di interrompere i lavori. Occorre che gli argomenti vengano discussi nel modo più ampio e democratico possibile». Ieri Giuseppe Nobile, passato da Rifondazione a Sel, ha voluto replicare al «compagno» Luca Vezzali dei Comunisti Italiani, il quale aveva parlato di scelta «ignobile» e opportunistica.
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