Gianandrea Zagato
da Milano
La Cgil riceve un «regalo» da 173mila e rotti euro. Solo che il dono non è di un benefattore privato bensì di un ente pubblico: la Provincia di Milano, che festeggia così i cento anni del sindacato guidato da Guglielmo Epifani. Scelta politica supportata da due delibere di giunta approvate su proposta del presidente Filippo Penati che, però, al momento del voto era assente.
Nella prima si concede un contributo di 28.450 euro per le celebrazioni del centenario sostenendo che «la Cgil» è lorganizzazione sindacale «maggiormente rappresentativa delle esigenze ed istanze dei lavoratori, pensionati e giovani che si accingono ad entrare nel mondo del lavoro». Giustificazione valida anche per la seconda delibera che spinge quindi lamministrazione provinciale meneghina ad un esborso «urgente» di 145mila euro a favore dellAssociazione archivio del lavoro di Sesto San Giovanni. Poco meno di trecento milioni di vecchie lire necessarie per «realizzare una ricerca sulla storia della Camera del Lavoro di Milano» che, naturalmente, «verrà presentata per le celebrazioni del centenario della Cgil» dove, aggiunge il responsabile dellassociazione beneficiata Maria Costa, «verrebbe dato il giusto rilievo alla partecipazione della Provincia».
Come dire: un ritorno dimmagine per la giunta di via Vivaio che, detto fatto - nonostante le recenti denunce della Corte dei Conti sulla moltiplicazione delle consulenze e delle spese pazze degli enti locali - non ha perso tempo e ha stanziato la somma richiesta. Tutto bene se non ci fosse di mezzo un dettaglio: il «regalino» di Penati non ha trovato daccordo i cinquecento e più precari della Provincia. Che la giunta di centrosinistra ha «forzatamente ceduto allesterno e senza alcuna garanzia».
Già, come denuncia la Cisl, «unica in Italia, la Provincia di Milano, cede a terzi la gestione del mercato del lavoro».
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