(...) «La dignità personale che esiste in Italia come fatto culturalmente acquisito, è frutto di battaglie che debbono valere per tutti coloro che decidono di risiedere nel nostro Paese», dicono i due consiglieri nella mozione. «Abbiamo notato che a Genova sono comparsi i burqa - racconta Pernigotti - e ciò ci preoccupa perché riteniamo che il rispetto dei valori e dei diritti acquisiti da tutti non debbano essere messi al bando. Non ne facciamo una questione di identità culturale, ma di rispetto delle donne e delle leggi italiane» che prevedono di non circolare travisati, ovvero di mostrare il proprio volto in pubblico, nei negozi, nei cinema, nei musei e negli uffici pubblici a garanzia propria e degli altri.
Lidea dei due consiglieri è quella di estendere la mozione, una volta che sarà accettata dalla maggioranza in Provincia, anche alle altre istituzioni, vedi Comune e Regione, e questo «non per punire o limitare, ma per consentire che il dialogo tra religioni e culture diverse sia più franco e aperto, basato perciò sui diritti, certamente, ma anche sui doveri».
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