Roma

Provincia, più vetture che autisti

Antonella Aldrighetti

Le «auto blu» destinate ai consiglieri di Palazzo Valentini, a un anno dal varo del provvedimento, restano ancora un miraggio. Mancano gli autisti e chi fra gli eletti, per impegni istituzionali, è costretto a muoversi in città fino addirittura a raggiungere i paesi dell’hinterland, deve attrezzarsi con il proprio mezzo di trasporto. Difficilmente può utilizzare l’auto istituzionale a meno che non riesca a prenotarla con netto anticipo sulla tabella di marcia.
Sulla carta invece di autoveicoli da utilizzare ce ne sarebbe uno per ogni gruppo consiliare della Provincia, per cui si dovrebbe supporre tredici in tutto; ma ad oggi ne risulterebbero solo undici e, a ben guardare, per quelle stesse autovetture manca il numero congruo di autisti che possano prestare all’occorrenza il servizio richiesto. Per cui una parte di queste resta ferma in garage. Sebbene siano 58 i dipendenti destinati a svolgere il ruolo di conducenti, con dieci unità in più rispetto al 2004 - come risulta dal Piano esecutivo generale -, le turnazioni non consentano ancora di mettere a pieno regime l’organigramma.
Fatti che tende a precisare anche il capo di gabinetto del presidente Enrico Gasbarra, Antonio Calicchia, responsabile del servizio: «Per l’autoparco centrale sono a disposizione cinquantatré autisti, gli altri cinque sono dislocati altrove ma, ogni giorno, possiamo contare solo su ventisei per via del turno di lavoro. Anche se stiamo cercando in ogni modo di rispondere al massimo delle richieste presentate».
«Ecco perché ogni volta mi sia recato personalmente all’autoparco centrale o ci si sia recato qualche altro collega a richiedere l’auto per ragioni inerenti al ruolo di consiglieri, la risposta è stata sempre la medesima, ossia - chiosa Piergiorgio Benvenuti, capogruppo di Alleanza nazionale a Palazzo Valentini - non c’è l’autista che vi possa accompagnare. È difficile spiegarsi quindi l’impegno dei fondi per l’acquisto o il noleggio di autovetture che rimangono regolarmente ferme o vanno a sostituire quelle temporaneamente rimaste in panne, ma che sono utilizzate dagli assessori e pochi altri».
Forse che Palazzo Valentini ha utilizzato fin qui la «politica» delle vetture di scorta? Perché il numero degli autoveicoli a disposizione è tutt’altro che esiguo: il parco-auto dell’ente conta infatti diciannove autovetture di proprietà, tra berline e monovolume, oltre ad altre trenta auto a noleggio. Per cercare di incrementare le disponibilità, da tre anni a questa parte, la giunta Gasbarra ha impegnato oltre 420mila euro per il nolo e altri 140mila per l’acquisto di nuove vetture. Cifre sulle quali non si può puntare l’indice per definirle passibili di “disservizio”, tutt’altro ma, solo il computarle fa tirare su le maniche agli amministratori.
Ed ecco che per regolamentare tempi e modi di gestione al fine di soddisfare la totalità delle richieste si profila una soluzione allargata: «Ho già chiesto a tutti i capigruppo della maggioranza e dell’opposizione di individuare una soluzione comune, al momento - ribatte Calicchia - ci sono solamente delle ipotesi allo studio che potrebbero consentire alle cooperative sociali di gestire al meglio il servizio. Un obbligo morale aiutarle. Per favorire invece la prenotazione del mezzo di trasporto ci stiamo attivando per farlo on-line. Quanto alle spese carburante per maggiore trasparenza e controllo attiveremo presto una card apposita».


Tutti impegni ammirevoli se rispetteranno una tempistica congrua.

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