«Sono a disposizione. Io non scappo». Filippo Penati si prenota per le amministrative 2009. Preavvisa che si ricandida alla guida della Provincia di Milano. Ma, attenzione, lattuale presidente dellamministrazione provinciale sa che rispetto al 2004 lo scenario è cambiato e che, quindi, anche gli equilibri politici si sono modificati. Risultato? Linquilino di Palazzo Isimbardi valuta lipotesi di guidare una lista del presidente.
Sullo scenario politico potrebbe quindi irrompere la «Lista Penati». Soluzione che lex sindaco di Sesto San Giovanni vagheggia da tempo, stanco degli psicodrammi che quotidianamente avvengono nellaula consiliare e nelle sedute di giunta. La maggioranza che nel 2004 lo sostenne continua infatti ad avanzare dubbi e incertezze ogni qualvolta si tocchino temi importanti per i cittadini.
Strappi che costringono Penati a cercare «voti in aula per far passare comunque» le delibere. Modello di governo che, parola del presidente, non è «fisiologico» di una coalizione unita bensì «patologico». Aggettivo, questultimo, che la dice lunga sul clima anomalo che si respira nellIstituzione governata dal centrosinistra. Dunque, ecco lidea della «Lista Penati» provocata anche dallo sfaldamento dellUnione come alleanza politica. Non è un mistero poi che Penati guardi con interesse e voglia alle «alleanze variabili».
E il Pd? Alleato che, naturalmente, fa a pugni con il resto della «cosa rossa». E proprio dal Pd arriva un appello di settanta amministratori del Milanese che, stamani, pubblicamente affrontano le «preoccupazioni»: «Chiediamo alle vecchie e nuove leadership che hanno condiviso il progetto di Veltroni di dare segnali di continuità, responsabilità e unità».
Invito a «non buttare a mare esperienze organizzative e politiche che sono ancora importanti» seguito da un appello diretto a Penati: «Chiediamo al presidente della Provincia di contribuire con convinzione a consolidare un progetto riformista in questarea metropolitana, e a riconfermare la sua volontà di impegnarsi per rafforzare un progetto e un quadro di alleanze coerenti che ci consentano di conservare la guida della Provincia, che è premessa fondamentale per vincere le successive competizioni elettorali».
Messaggio sottoscritto, tanto per la cronaca, dallassessore provinciale Bruna Brembilla, dal consigliere provinciale Arianna Censi, dai sindaci di Pioltello, Rozzano, Corsico e Opera e dallex primo cittadino di San Donato Milanese. Promotori che nel nome dellunità reclamano lo stop «a forme di trasversalità senza coerenze politiche» di cui, bontà loro, «non cogliamo né la necessità né lutilità». Valutazioni sorprendenti soprattutto da parte di chi, allinterno dellaula provinciale, non ha mai sottolineato, espresso il proprio «no» al sostegno, alle alleanze variabili. Ma, confida, un ex ds traslocato nella cosa rossa «cè da comprenderli, sanno che Penati va avanti come un caterpillar e, loro, rischiano di essere travolti da quella lista Penati che è una realtà».
Lista che, sorpresa, a Palazzo Isimbardi nel 2009 deve fare i conti anche con lo Sdi-Partito socialista. I riformisti socialisti hanno infatti già candidato alla presidenza della Provincia il loro capogruppo Roberto Caputo. «Davanti a una trasformazione del quadro politico sono disponibile a guidare uno schieramento laico e riformista di governo» chiosa Caputo che, come Penati, intende «riprendere la più completa autonomia sui temi della governabilità locale» rispetto a unaggregazione elettorale spezzatasi.
Nel frattempo, anche la cosa rossa si muove e alla prossima tornata elettorale provinciale sta meditando di candidare il consigliere comunale Basilio Rizzo.
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