Roma

«Provinciali, il candidato scelto dal tavolo nazionale»

Parla Francesco Giro, deputato e coordinatore regionale di Forza Italia

«Provinciali, il candidato  scelto dal tavolo nazionale»

Provinciali di Roma, per Forza Italia le primarie sono inutili. La decisione finale sul nome del candidato verrà molto probabilmente presa dai tre leader nazionali: Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini e Pierferdinando Casini. Lo spiega il coordinatore regionale degli azzurri, Francesco Giro. «Noi sosteniamo ancora la candidatura del segretario regionale dell’Udc Luciano Ciocchetti. Però, credo che ormai la questione sarà risolta solamente sul tavolo nazionale. Questo non significa uno stop alla cabina di regia, che ha svolto un lavoro utilissimo. Lo dimostra il fatto che nessuno ha presentato un’altra candidatura oltre a quella di Ciocchetti».
Negli ultimi giorni da un’agenzia era stato fatto il nome di Elisabetta Gardini come possibile candidata...
«Ma questo nome era solamente legato a un sondaggio da cui era emerso che la nostra parlamentare aveva ottenuto il maggior numero di consensi in una rosa di nomi. Un’ipotesi valida, però, come ha detto la Gardini proprio al Giornale, solo nel caso in cui Forza Italia fosse andata al voto da sola. Ma noi vogliamo una candidatura unitaria. Ed è per questo che siamo perplessi di fronte alla proposta delle primarie».
Da che cosa deriva questa perplessità?
«Le primarie per il centrosinistra sono un artificio per sanare fratture di carattere politico. Ma il centrodestra è molto più unito. Se c’è un progetto comune, e noi ce l’abbiamo, per scegliere un candidato basta mettersi d’accordo. Le primarie nel nostro caso sono inutili. E poi chi paga? Le primarie non si organizzano così, vanno fatte seriamente, bisogna sedersi attorno a un tavolo per stabilire le regole».
Ma se dovranno decidere Berlusconi, Fini e Casini, questo avverrà presumibilmente dopo la legge elettorale. Si arriverà insomma a decidere a ridosso del voto. Non è proprio quello che lei voleva evitare?
«Io ce l’ho messa tutta, bisognava decidere prima di Natale. Sono deluso, inutile negarlo. E alla fine è Gasbarra a guadagnarci più di tutti».
A complicare le cose, nel tardo pomeriggio arriva una dichiarazione del minisindaco del XX, Massimiliano Fasoli (Udc). «Giro la smetta con il totocandidato. Ora scarica la responsabilità nelle mani di Berlusconi. Il discorso è un altro. Se esiste un programma unitario, bene. Altrimenti l’Udc correrà da sola. Bisogna smetterla con cabine e tavolini. Le uniche riunioni legittime sono quelle dei segretari cittadini e provinciali. Se toccherà all’Udc, il nome del candidato ce lo sceglieremo da soli. Non è possibile decidere a casa degli altri».
Insomma, Giro, c’è aria di polemiche.
«Incredibile.

In pratica vanno dicendo che a loro Ciocchetti non sta bene, visto che è l’unico nome che io ho fatto».

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