Prysmian, via all’Opa su Draka ma resta l’incognita cinese

Nel giorno in cui Prysmian, completati i nulla osta, lancia l’Opa sull’olandese Draka, il quesito che molti si pongono è: e adesso che cosa faranno i cinesi? Come si ricorderà, la società di fibre ottiche quotata ad Amsterdam è oggetto delle mire anche della Xinmao di Tianjin, sostenuta da ingenti finanziamenti bancari.
Ieri il gruppo italiano (ex Pirelli cavi), dopo aver ottenuto il via libera della Consob al prospetto già approvato dalle autorità in Olanda, ha confermato l’avvio per oggi, 6 gennaio, dell’offerta su Draka a 17,20 euro per azione, pari 8,60 euro in denaro più 0,6595 nuovi titoli Prysmian per ciascuna azione ordinaria Draka. Anche il Central works council di Draka ha dato il proprio via libera all’operazione, che si concluderà il 3 febbraio. L’azionista di maggioranza con il 48,5% di Draka, la famiglia Flint, ha assunto l’impegno di aderire all’offerta con le azioni di sua proprietà. Successivamente al perfezionamento dell’operazione, gli azionisti di Draka avranno il 15% circa di Prysmian.
Nonostante la sicurezza dell’adesione del maggior azionista, l’armeggiare, sullo sfondo, dei cinesi sembra aver indotto Prysmian (+0,86% in Borsa) a stringere i tempi. Da parte loro, gli uomini della Xinmao hanno fatto sapere il 20 dicembre che non considerano chiusa la partita, e hanno preannunciato di voler procedere. La partita ha qualche contorno non del tutto chiaro, anche perchè Xinmao ha annunciato che presenterà la documentazione all’autorità di regolamentazione della Borsa olandese entro il 14 febbraio: dunque, stando alle notizie di ieri, dopo la chiusura dell’Opa italiana. I cinesi inoltre si sono detti certi di ottenere l’appoggio dell’azionista chiave di Draka, ovvero la holding Flint Beheer: tuttavia l’accelerazione di calendario annunciata ieri potrebbe spiazzarli. Sembra che la Xinmao sia ancora in attesa dei finanziamenti necessari: il 30 dicembre la Safe (State administration of foreign exchange), l’autorità cinese per i mercati valutari, non aveva ancora ricevuto la richiesta della società per ottenere la valuta estera necessaria per l’offerta.
Quindi le buone intenzioni di Xinmao per un’Opa da 1 miliardo (contro la valorizzazione di 840 milioni di Draka espressa dall’offerta di Prysmian) rischiano di essere vanificate dal calendario.

Per il loro ingresso in gioco, i cinesi devono o sperare in un insuccesso dell’Opa Prysmian, oppure in un’accelerazione delle procedure che permetta alla loro contro-offerta di arrivare prima del 3 febbraio, ovvero prima della chiusura di quella che si apre oggi.

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