Lo psichiatra: «Ibra e Cassano non hanno più fame»

Niente da eccepire sull'autorevole valutazione del professor Di Giannantonio, ma a questa spiegazione erano arrivati in tanti, anche quelli che la fame la fanno ancora, fanno fatica a fare nuovi sacrifici, hanno difficoltà a mantenere un buon livello di professionalità sul loro luogo di lavoro e sono ugualmente molto stufi.

«Il problema di Zlatan Ibrahimovic e di Antonio Cassano è che non hanno più fame. Avendo ormai raggiunto uno status straordinario e non solo economico, fanno più fatica a fare sacrifici e a mantenere alto il loro livello di competizione». Lo ha detto Massimo Di Giannantonio, psichiatra dell'università Gabriele D'Annunzio di Chieti. Niente da eccepire sull'autorevole e più che pertinente valutazione del professor Di Giannantonio, ma a questa spiegazione erano arrivati in tanti, anche quelli che la fame la fanno ancora, fanno fatica a fare nuovi sacrifici, hanno difficoltà a mantenere un buon livello di professionalità sul loro luogo di lavoro e sono ugualmente molto stufi. É l'ipotesi più immediata e anche la più probabile, è venuta in mente a tutti.
In fondo Cassano ha detto che smetterà attorno ai 33 anni, un'età probabile per chiudere col calcio. E Ibrahimovic ha più o meno fatto sapere la stessa cosa. Non sono neppure sfoghi. Piuttosto sembrano due show con molte analogie: la sindrome che li colpisce contemporaneamente, dichiarazioni rilasciate durante il ritiro con la loro nazionale, la definizione di routine per spiegare i quotidiani obblighi, la famiglia tirata in ballo come alibi, anche se con ruoli differenti, la minaccia di smettere prima. Non sono neppure segnali, Dejan Stankovic ha dichiarato di aver chiuso con la nazionale serba, punto e basta, e Eric Cantona ha smesso senza avvisare nessuno quando era ancora un ganzo. Ma nessuno ha intenzione di dileggiare i due milanisti, hanno tutto il diritto di fare outing e di farlo davanti a microfoni e telecamere. Hanno utilizzato il calcio come scala sociale, come ha spiegato lo psichiatra Di Giannantonio, ha funzionato e li abbiamo fatti ricchi.

Sono prodotti nostri e siccome siamo innamorati di calcio, diciamo che loro non vogliono deluderci e ci anticipano che non ci mostreranno il loro declino calcistico. È una spiegazione poco convincente che ci piace di più, anche se noi non possiamo farlo.

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