Le Scienze della Vita, in Lombardia, possono generare un valore aggiunto significativo grazie al modello integrato pubblico-privato e alla collaborazione tra università, centri di ricerca, imprese e sistema sanitario. È uno degli aspetti emersi nel corso del Milano Life Science Forum di Assolombarda. L'iniziativa ha confermato il comparto come un unicum capace di favorire innovazione, cura e prossimità per far fronte ai bisogni crescenti dei cittadini. Il settore risponde, infatti, al bisogno di salute della popolazione, attestandosi come una filiera knowledge intensive riconosciuta come eccellenza a livello internazionale. Tra i numerosi relatori presenti, anche Letizia Moratti, membro del Parlamento Europeo e della Commissione per la Sanità Pubblica. "Davanti a uno scenario di policrisi globale", ha commentato Nicoletta Luppi, vicepresidente di Assolombarda con delega a Europa e Life Science, che ha tirato le conclusioni dell'iniziativa tenutasi a Palazzo Gio Ponti, "il Milano Life Science Forum ha rilanciato una verità che non possiamo più ignorare: la salute, a partire dalla prevenzione, non è un costo, ma un investimento produttivo strategico che quindi non dovrebbe essere assoggettata ai vincoli di bilancio. Se vogliamo rafforzare la competitività e scongiurare il declino industriale europeo, dobbiamo partire da qui". Eppure, i numeri parlano chiaro: nonostante il ritorno sull'investimento garantito da prevenzione e immunizzazione, in quasi l'80% degli Stati membri dell'Ue solo lo 0,5% dei budget sanitari è destinato a questa partita: "È un paradosso che va superato - ha aggiunto Luppi - il quadrilatero di Assolombarda, in questa direzione, si conferma come un laboratorio di politiche avanzate. La nostra visione è chiara: ogni euro investito in prevenzione oggi genera valore economico e sociale domani, riducendo costi futuri e rafforzando produttività e coesione".
La sfida, secondo Luppi, è duplice: "A livello nazionale, occorre premiare chi investe bene, con più flessibilità e meno rigidità contabile. A livello europeo, è necessario affermare una posizione comune affinché la prevenzione, a partire da immunizzazione e screening, sia considerata e trattata come investimento produttivo. Serve agire compatti a tutti i livelli istituzionali. La sanità è, infatti, difesa a tutti gli effetti: sicurezza per i cittadini, sostenibilità per l'economia, progresso civile e, soprattutto, competitività industriale. Oggi, mentre si discute di un'Europa sempre più warfare state, non possiamo dimenticare che il vero pilastro della nostra identità è il welfare state. Difendere la salute significa difendere la democrazia stessa su cui si fonda l'Unione Europea.
Se crediamo davvero, quindi, che il capitale umano e sociale sia la nostra forza più grande, è il momento di agire: con più risorse, con regole nuove e con una governance flessibile all'altezza delle sfide che ci attendono".