Puglia, tra Pdl e centristi continua il braccio di ferro

nostro inviato a Reggio Calabria

«Non giriamoci intorno, questa vicenda dimostra che Casini lavora ormai per la sinistra...». Dopo ventiquattr’ore di lavorio diplomatico, la querelle pugliese si conclude con un niente di fatto e con l'appello di Berlusconi che cade nel vuoto. Con la disponibilità di Palese a fare un passo indietro, infatti, arriva il «no» della Poli Bortone che decide di andare dritta per la sua strada. E così ogni ipotesi di mediazione su un ipotetico terzo nome resta al momento congelata con gli schieramenti in campo che restano quelli che si erano delineati lunedì scorso. E con i rapporti tra il Cavaliere e Casini ormai pregiudicati e a un livello così basso come forse non accadeva dai tempi in cui Follini passava le sue giornate a predicare la discontinuità. Già, perché a far saltare il tavolo è stata sì la Poli Bortone, ma l'irrigidimento del leader centrista ha dato un contributo determinante.
Un veto, quello di Casini, arrivato nonostante il parere contrario del segretario dell'Udc Cesa che mercoledì pomeriggio ha più volte sentito per telefono sia Berlusconi sia i vertici del Pdl. E che Fitto aveva pronosticato già prima dell'appello del Cavaliere. «Palese è pronto a fare un passo indietro, ma vedrai che la Poli Bortone temporeggerà e Casini proverà a chiedere qualche giorno per farci incartare ancora di più...», era stato il ragionamento del ministro pugliese.
Alla fine è andata più o meno così, con un corollario di non poco conto se nel pomeriggio di ieri - pur sempre in maniera sotterranea - gli ambasciatori di Pdl e Udc hanno ripreso a trattare per provare a individuare in extremis il famoso terzo nome. Circostanza, questa, rigorosamente smentita da entrambe le parti.
Ci sta, dunque, che l'umore del Cavaliere non sia quello dei giorni migliori, tanto che per qualche attimo è stata in dubbio anche la trasferta a Reggio Calabria. Perché, dice il premier nelle sue conversazioni private, «è incredibile essersi messi in questa condizione» e soprattutto non è concepibile aver passato un pomeriggio e una notte a trattare con chi «ormai lavora per la sinistra». Concetto che La Russa ribadisce in chiaro: «La Poli Bortone ha una sola speranza che è quella di dividere il nostro voto e favorire la sinistra».
Allo stato, quindi, in Puglia dovrebbe profilarsi una corsa a tre. Con il Cavaliere deciso a vincere una partita che si annuncia in salita. Non solo per portare a casa una regione che può essere determinante nel bilancio finale della tornata elettorale, ma pure per dare un colpo decisivo all'Udc. Un successo non facile, ma che secondo un sondaggio circolato nella lunga riunione di mercoledì pomeriggio a Palazzo Grazioli non è impossibile. Una rilevazione di Crespi su un campione di 800 persone, infatti, dà Vendola al 42%, Palese al 39 e la Poli Bortone al 19. Con il centrodestra al 42,5%, il centrosinistra al 36,5, l'Udc al 9,5 e Io Sud al 6. E soprattutto con un 22,9% di indecisi su cui lavorare. Anche per questo Fitto - che dopo le polemiche dei giorni scorsi si gioca molto - è pronto a una campagna elettorale a tutto campo sulla quale metterà la faccia lo stesso Berlusconi.
Non è un caso, dunque, che da Reggio Calabria il Cavaliere citi proprio «gli ultimissimi sondaggi» secondo i quali «potremmo andare da soli ovunque». «Non mi faccio incantare da nessuno», spiega poi il premier rispondendo di fatto al monito di Umberto Bossi che lo aveva invitato a non ascoltare le sirene centriste. Semplicemente, «quando un candidato ritiene di poter avere dei vantaggi dalla cooperazione con uomini che militano localmente nell'Udc abbiamo lasciato e lasceremo» la libertà di farlo. Via libera, dunque, all'intesa in Calabria, come pure a quella in Campania e Lazio. Ma - almeno a ieri sera - niente da fare in Puglia, dove «noi abbiamo già un candidato» che, tra l'altro, «ha risposto da gentiluomo vero al mio appello». Insomma, «andremo avanti e vinceremo tranquillamente». Anche se la battuta a doppio senso con cui il premier risponde a un gruppo di giovani del Pdl che lo accoglie a Reggio Calabria lascia ancora qualche margine. «Presidente, ma non sarebbe meglio la Poli Bortone?», gli dice una ragazza. «È Palese, è Palese», è la risposta del Cavaliere. Una battuta, certo. Anche se la nota che doveva ufficializzare molti dei candidati governatori del Pdl - tra cui Palese - pur essendo attesa per l’ora di cena resterà ferma tutta la notte a via dell'Umiltà.
Non c'è dubbio, insomma, che la partita pugliese sarà complessa e faticosa. Anche perché è lì che ha le sue fondamenta l'asse tra Casini e D'Alema.

Tanto che c'è chi, come il vicepresidente dei deputati del Pdl Napoli, ipotizza che l'Udc sia «uscito oggi dalla porta per poi rientrare domani dalla finestra» magari portando a casa qualche poltrona di peso. Un'ipotesi che è lo stesso Vendola a rendere suggestiva. «Il dialogo con tutti coloro che appartengono a una ispirazione di cultura moderata - diceva ieri il governatore uscente - deve continuare».

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