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Pugliagate: amicizie, poltrone, parcelle d’oro La scalata dell’avvocatessa sexy

Una pioggia d’incarichi in Regione, dopo il flirt con un ex assessore. Nell’inchiesta di Bari le spintarelle a un’affascinante legale di Lecce. La carriera: entra in un affermato studio legale, di cui è titolare un amico di D’Alema

Pugliagate: amicizie, poltrone, parcelle d’oro 
La scalata dell’avvocatessa sexy

nostro inviato a Bari

La descrivono «bella, mora e con le curve al posto giusto». Un’avvocatessa appariscente e disinvolta, quello che serve per fare colpo in tribunale se non hai tutti i numeri per sfondare puntando soltanto sulle capacità lavorative. S.P., 36 anni, della provincia di Lecce, forse carente di autostima professionale ma sicura di sé quando si è trattato di sfoderare le doti femminili, ha scelto una scorciatoia per lavorare, la via più breve, antica quanto il mondo. Si è infilata nel letto giusto. Così almeno risulterebbe dalle intercettazioni raccolte dagli inquirenti di Bari.
Il letto giusto sarebbe quello di un ex assessore della Regione Puglia chiacchieratissimo negli ultimi mesi, da quando cioè le inchieste sulla tangentopoli nella sanità pugliese sono entrate nel vivo. Un uomo di sinistra che ama le donne almeno quanto il potere, una passione nota a Giampaolo Tarantini che gli metteva a disposizione le ragazze e pure l’appartamento. Ora però questo politico è fuori dai giochi, estromesso lo scorso luglio dal governatore Nichi Vendola assieme ad altri quattro assessori sfiduciati e sostituiti.
Tra l’assessore e l’avvocatessa non sarebbe stata solo una faccenda di sesso. La storia sentimentale ormai è chiusa da tempo, ma a lei è servita anche per introdursi negli ambienti giusti, molto vicini alla sinistra che governa la Puglia dal 2005. L’iscrizione all’albo professionale era giunta un po’ tardiva, dopo i 30 anni, e bisognava recuperare il tempo perduto. E il riscatto si è concretizzato nell’inserimento in uno dei più affermati studi legali di Lecce, il cui titolare è stato esponente di spicco del Pds locale, grande amico di Massimo D’Alema, oltre che difensore di un imprenditore molto vicino all’ex premier coinvolto nelle inchieste baresi.
Da questo snodo cruciale S.P. ha conosciuto tutti i politici al vertice dei Ds pugliesi prima, e del Pd poi. Di alcuni è diventata anche amica, di uno in particolare. Nel 2005, miracolosamente, aveva ottenuto l’assunzione diretta all’Acquedotto pugliese grazie ai buoni uffici dell’amico che intervenne presso l’allora amministratore unico Francesco Divella (futuro parlamentare Pdl). Contratto di un anno, in tutto ne furono firmati 35. Sembra che la prospettiva fosse quella di aprire una rappresentanza legale dell’Acquedotto a Lecce, e di piazzare lì la giovane professionista, proprio nella sua città. Ma la sede salentina non è mai stata aperta perché si decise che quella di Bari bastava e avanzava.
All’epoca l’assunzione fece scalpore. Il 23 luglio 2005 il Corriere del Mezzogiorno intervistò l’allora assessore regionale sponsor di S.P. Domanda: ha segnalato o no qualche nome tra le persone di recente assunte all’Acquedotto? Risposta: «Non rispondo a una domanda del genere». Domanda: lei non fa che alimentare i dubbi, le indiscrezioni sui nomi da lei segnalati convergono su S.P. Risposta: «Questo è un modo infame di fare giornalismo. Lo scriva».
Scaduto quel contratto, per la giovane avvocatessa si sono spalancate le porte della Regione che le ha concesso svariate consulenze professionali. Piccoli casi, come quello ottenuto lo scorso agosto per seguire il ricorso in appello per un incidente stradale accaduto a Gallipoli. Ma anche incarichi di maggiore peso (e adeguata remunerazione). Come ha rivelato la Gazzetta del Mezzogiorno, dai tabulati pubblicati per la legge sulla trasparenza si è appreso che S.P. ha ricevuto una consulenza da 30.622 euro dall’Azienda sanitaria di Lecce. Questo co.co.co, in scadenza il 19 ottobre prossimo, impegna l’avvocatessa nelle «attività relative allo studio ed al controllo del rischio clinico». È un’iniziativa organizzata e finanziata dall’Agenzia regionale della sanità, per la quale l’Asl sceglie chi vuole. La delibera (numero 1568) è stata firmata il 3 ottobre 2008 dal direttore generale dell’Asl di Lecce, il mandato dura un anno.
La giunta Vendola le ha poi assegnato altre pratiche legali, in quanto S.P. figura nella lista dei consulenti abilitati. A parte il mandato a difendere l’ente locale per l’incidente di Gallipoli, il 30 settembre dell’anno scorso è stata incaricata di occuparsi di una causa di lavoro di fronte al Tribunale di Lecce. Deve rappresentare la Regione contro la quale si sono rivolti sei ex dipendenti.

Il valore del contenzioso non è determinato, ma la parcella dovrebbe essere piuttosto consistente, in quanto i legali generalmente vengono retribuiti in proporzione al valore della causa.

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