Pugnalato dall’amico di 12 anni per un fallo durante la partita

NapoliÈ possibile che una partitella di calcio, tra ragazzini tutti al di sotto dei quindici anni, degeneri in un furioso corpo a corpo? E possibile che per un torto subito, piede contro piede in un contrasto seppur cattivo per la conquista del pallone, un ragazzino rischi di morire per una coltellata. A Napoli si, è possibile. E successo domenica sera su campetto di periferia ma non una periferia qualunque: Secondigliano, quartiere che evoca lo strapotere dei clan, gli omicidi, le stragi, le armi e i regolamenti di conti come mezzo di dialogo tra gli uomini e il traffico internazionale di droga. In un ambientino di questo tipo sembra normale poi che un ragazzino per vendicarsi di un calcio subito faccia giustizia da sé, accoltellando il compagno di giochi.
Su un pezzetto di terra di via Cupa delle vedove, perché chiamarlo campetto sarebbe un eufemismo, un gruppo di ragazzini, quattro contro quattro, si stava affrontando per una partita di calcetto. Poi, il fattaccio. Due avversari, anzi nemici lottano con accanimento per portare via il pallone l’uno all’altro.
Non è un corpo a corpo cavalleresco c’è qualcosa di peggio che anima i due contendenti. Uno ha 14 anni, l’altro ne ha 12 e mezzo, poco più di un bambino. I due si scalciano reciprocamente, poi volano gli insulti. A restare a terra con la caviglia dolorante e il più giovane dei due baby ma non è niente di grave, solo una botta, tutto sembra finire lì. Tanto è vero che il dodicenne dopo pochi secondi si rialza, sembra pronto a riprendere il proprio posto in campo ma, anziché ributtarsi nella mischia si allontana velocemente. Riappare subito dopo, impugna qualcosa nella mano destra, un coltello, forse un punteruolo. Silenzioso arriva alle spalle del suo avversario e lo colpisce con un fendente al polmone destro. Il ragazzo si accascia.
Sul pezzetto di terra di via Cupa delle vedove cala la paura. Le urla mettono in allarme la sorella del ferito, che vive proprio lì vicino. Il ragazzino viene portato in ospedale e sottoposto a un delicato intervento chirurgico. È grave, ma si salverà.
Sembrava introvabile invece il suo accoltellatore. Qualche testimonianza, il racconto della vittima: una quindicina di ore dopo il fattaccio, ed ecco che viene rintracciato: ha dodici anni. Essendo minore di 14 anni non è imputabile, la polizia ha inviato una segnalazione alla Procura per i minori. Ora è stato affidato ai genitori ma non e da escludere che in presto possa essere portato in una struttura di assistenza sociale.
La storiaccia tra i due ragazzini di Secondigliano e stata seguita con particolare cura dal questore, Luigi Merolla. In Questura il dodicenne e esploso in un pianto dirotto. «Io gli voglio bene ha detto a un poliziotto, riferendosi alla vittima - è un mio amico, non so perché l’ho fatto. Dalla sera di domenica e fino a ieri la polizia ha monitorato gli ambienti dei due ragazzini coinvolti nella vicenda.
Era forte, infatti, il timore che tra le due famiglie potessero insorgere dei contrasti ben più duri di quello avvenuto tra i due ragazzini. Ma, non e andata cosi.

Ieri mattina la madre dell’aggressore si è recata all ospedale San Giovanni Bosco, per chiedere perdono alla mamma della vittima. Le due donne si sono abbracciate. Poi la promessa di un incontro, che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni, tra il dodicenne e la vittima.
carminespadafora@libero.it

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