Finisce con una benedizione generale da parte del vecchio parroco, una pochade degna di Feydeau, iniziata con il rientro anticipato del marito che trova la moglie e letto con un altro. Ne nasce un vivace scambio di opinioni tra i due maschi, concluso con due vistosi occhi neri per il coniuge tradito. Quindi, in rapida successione, via il «pugnace» amatore ed entrata in scena della polizia e infine del prete per la benedizione pasquale.
Teatro della commedia un appartamento di via Santa Marcellina, dove vive una coppia sui 35/40 anni. Siamo alla vigilia di Pasqua, lui esce di buon mattino per andare al lavoro, poco distante tra laltro, mentre la fedele mogliettina rimane a casa per i lavori domestici. O almeno così crede il povero marito, che rientrato inopinatamente a casa scopre la tresca. Luomo reagisce con scarso «à plomb». Urla, insulti (possiamo immaginare quali) alla moglie e minacce al rivale. Che senza il minimo senso di colpa, reagisce con due potenti diretti alle lamentele del poveruomo.
Morale gonfia gli occhi al marito tradito e poi se ne va. Cornuto e mazziato, nel senso più letterale del termine, luomo non si dà per vinto e chiama la polizia. Dopo pochi istanti due ligi tutori dellordine in divisa cercano di riportare la calma tra i coniugi. Lui inveisce, la donna, scarmigliata, cerca di aggrapparsi agli specchi: «Ma non sei mai tornato prima a questora». E proprio a quel punto suona il campanello. È un anziano parroco, molto avanti negli anni, curvo e malfermo sulle gambe, accompagnato dal chierichetto. Uno degli agenti apre e cerca di spiegare, senza scendere in dettagli, che non è il caso di insistere, la situazione è delicata. Ma anche lanziano prevosto non demorde: ha la sua scaletta, non può perdere tempo, chissà quanto potrà tornare. E poi, insomma è Pasqua e la casa va benedetta.
Così i due agenti, il marito con gli occhi pesti, la moglie con appena una vestaglina addosso, capo chino e mani giunte, prendono devoti la benedizione. Quindi il prete se ne va e ricomincia la baraonda. Lui con gli insulti, lei a spiegargli che non doveva tornare fuori dai soliti orari.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.